Rassegna Stampa

Il Sardegna

I soldi dell'Albergo del povero per l'Alfa 156 del presidente

Fonte: Il Sardegna
29 marzo 2010

Mulinu Becciu. L'ex capo della Onlus “Madonna della Strada” accusato di peculato

Enrico Mercurelli avrebbe usato 200mila euro di fondi pubblici per auto,casa e mobili

Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm ¦

Più che un'organizzazione senza scopo di lucro, la onlus “Madonna della Strada” era una specie forziere, dal quale poter attingere danaro meglio che al bancomat. Danaro pubblico utilizzato - è il sospetto - per comprare un'Alfa 156 Jtd, un appartamento in via Pasubio con arredamento firmato Cannavera. Questa l'idea che si è fatta la procura della Repubblica a proposito del presidente dell'associazione che gestiva l'albergo del povero di via Tiepolo, casa di ricovero per chi una casa non ce l'ha. A trarne vantaggio, sarebbe stato l'allora capo della Onlus, Enrico Mercurelli, avvocato cagliaritano di 47 anni, che ora la magistratura accusa del reato di peculato. Sotto la sua gestione è stato creato un buco da oltre 213mila euro dei fondi che il Comune versava mensilmente (circa 16mila) in meno di tre anni. E questi 213mila euro gli agenti della Polizia di Stato li hanno trovati nel conto corrente intestato a lui. Ieri Mercurelli, assistito dall'avvocato Fernando Vignes, ha ricevuto l'atto di conclusione delle indagini preliminari condotte dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia. Ora potrà presentarsi al magistrato per essere interrogato. L'ipotesi della procura è che Mercurelli abbia trasferito sul suo conto soldi pubblici versati dall'assessorato alle Politiche sociali sulla base di una convenzione (2001) all'associazione che gestiva la casa di ricovero. Di lì la contestazione dell'ipotesi di peculato, un reato che solitamente si attribuisce ai pubblici ufficiali. Ma proprio perché ha gestito soldi pubblici, per la legge Mercurelli ha assunto quella veste. In circa un anno di indagini la polizia ha riscontrato una corrispondenza perfetta tra i soldi in entrata e quelli in uscita. O meglio, tra i fondi che il Comune trasferiva sul conto della Onlus e che poi Mercurelli versava sul suo conto. Quel danaro sarebbe poi finito nell'acquisto di un appartamento in via Pasubio con relativo arredamento e di una fiammante 156 Jtd. In una intervista a Il Sardegna, rilasciata quando si era diffusa la notizia dell'inchiesta, l'avvocato Mercurelli aveva assicurato che quei soldi finiti sul suo conto erano stati spesi per le esigenze della Onlus. Ora potrà parlarne direttamente con il pubblico ministero. Il pm Pilia ha chiesto invece l'archiviazione per prescrizione per gli altri indagati nell'inchiesta, che però erano accusati di falso: oltre a Mercurelli, don Gianni Manca e Fausto Utzeri. Erano stati denunciati da presunto consigliere Antonello Pinna, la cui firma era sulle delibere del Cda era stata da lui stesso disconosciuta. In pratica, sosteneva che i componenti del Cda avessero falsificato la sigla del suo nome. Se reati ci sono stati, sono ormai prescritti.


L'inchiesta
Sotto la lente la nuova gestione
Il ruolo del Comune ¦
¦ Dopo aver chiuso le indagini sulla prima gestione dell'Albergo del Povero, la procura ora passa al vaglio dei documenti che riguardano la gestione successiva al 2004. Sotto la lente del pm Giangiacomo Pilia anche il ruolo dell'assessorato alle Politiche Sociali, che aveva affidato la gestione attraverso un contratto di concessione.