Rassegna Stampa

Il Sardegna

«Sporco negro», partono le botte e a scuola arrivano i carabinieri

Fonte: Il Sardegna
29 marzo 2010

Il caso. Violenta lite tra due ragazzini di 13 anni prima della campanella. I genitori chiamano le forze dell'ordine

Un piccolo senegalese e il fratello vittime da settimane di insulti e provocazioni continue

Le botte all'entrata della scuola sono partite quando uno dei due ragazzini, quello bianco, ha detto al suo compagno senegalese «sei uno sporco negro ». Alle 8.20, prima del suono della campanella, la strada è piena di gente. Ci sono i bambini delle elementari che stanno per entrare in classe, accompagnati dai genitori. Ci sono i “ragazzi” che frequentano l'istituto di fronte, la scuola media. Tutti sono testimoni dell'arena. Un'esplosione di violenza incontrollabile, tanto che qualcuno dei presenti pensa di chiamare la polizia. Poi alla fine si presentano i carabinieri della compagnia di Villanova. «Se non li fermo finisce male», racconta un bidello intervenuto per separare i due tredicenni. Non si tratta di un caso isolato: i due ragazzini avevano iniziato a litigare la sera prima, in mensa. Ma, a quanto pare, gli insulti rivolti al senegalese e al fratello quasi coetaneo, andavano avanti da giorni, almeno da quando, venticinque giorni fa, il “bulletto” era stato trasferito da un altro istituto. Ieri mattina il tredicenne di colore ha dovuto fare i conti soprattutto con gli istigatori che fiancheggiavano il ragazzino di prima media che aveva da poco cambiato scuola, e che non si sono fermati sino a quando i due non hanno iniziato a picchiarsi davanti agli occhi di tutti. Alle 13.30, sempre nella stessa strada, i genitori che aspettano i figli ne parlano ancora. «Il ragazzo che provocava viene da un quartiere a rischio - rivela una mamma - era in attesa che il collegio dei docenti deliberasse sulla sua sospensione da scuola. Credo che avesse cercato di colpire un'insegnante con una sedia. C'entra anche - continua - la “persecuzione” attuata nei confronti dei due fratellini senegalesi. Forse lo studente incolpava loro per il suo ipotetico allontanamento ». Ha paura di essere sospeso perciò si limita ad apostrofare il compagno con sei uno sporco negro. Finché l'altro non perde la testa e lo colpisce. «Sembrava una furia, non riusciva a calmarsi», racconta il bidello che l'ha tolto di peso da sopra il corpo dell'altro. Quando lo spettacolo è finito i due tredicenni sono stati interrogati dai carabinieri che si sono trattenuti nella scuola per oltre un'ora. Da un anno l'istituto è accorpato con un'altra scuola media, quella di provenienza dello studente “bianco”. La scuola del suo rione, insomma. «Quest'istituto sta diventando una periferia di quel quartiere - azzarda un genitore - ogni volta che c'è un elemento che si comporta male lì, lo spediscono qui». Eppure, secondo l'insegnante che in classe ha proprio il senegalese, «questa è una scuola come tutte le altre, oggi non è successo niente di grave. I carabinieri? Li avrà chiamati qualcuno che non aveva nient'altro di meglio da fare». Sull'episodio il consigliere comunale del Pd, Claudio Cugusi, ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco Emilio Floris e agli assessori alla Pubblica istruzione e alle Politiche sociali, invitandoli a «valutare la gravità del fenomeno e decidere azioni di contrasto». ¦ R.M.

Il dato

«I due fratellini sempre insieme»
I senegalesi sono 500 ¦
¦ In città gli immigrati sono quattordicimila. La comunità senegalese è tra le più numerose. Prima vengono solo filippini (989), cinesi (572) e ucraini (507). In tutto i senegalesi a Cagliari con regolare permesso di soggiorno sono 493. Quasi tutti di sesso maschile (473). Poche le donne (20). Di questi, in settanta hanno occupato per anni la fabbrica ex Edem a Giorgino. Un'ordinanza del sindaco li ha costretti a sgomberare un mese fa. Sono solo due i senegalesi che frequentano la scuola media dove è accaduto il fatto: il tredicenne coinvolto nella rissa di ieri e suo fratello. Proprio lui, secondo i testimoni, avrebbe cercato di convincere il fratello a non cedere alle provocazioni. I due fratelli, stando a quanto dicono genitori e bidelli, «stavano sempre per conto loro senza disturbare nessuno».