Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sul vincolo del canyon il Tar non decide: la parola al ministero

Fonte: La Nuova Sardegna
25 marzo 2010

GIOVEDÌ, 25 MARZO 2010

Pagina 1 - Cagliari






MAURO LISSIA
CAGLIARI. Sulla procedura per il vincolo minerario avviata sul canyon e su una frazione dell’area di Tuvixeddu dalla sovrintendenza architettonica il Tar ha deciso di non decidere per carenza di interesse delle parti in causa. Il presidente Rosa Panunzio ha annunciato una sentenza breve, ma il contenuto sarà il frutto dell’accordo raggiunto in aula tra l’avvocato dello stato Francesco Caput che tutelava il ministero dei beni culturali, Pietro Corda e Antonello Rossi di Nuova Iniziative Coimpresa e Carla Curreli del Comune.
In pillole: dall’avvio della procedura di vincolo notificato al Comune e all’impresa dal sovrintendente Gabriele Tola ad oggi sono trascorsi i 210 giorni stabiliti dalle norme per la conclusione dell’iter. Quindi le parti sono libere di andare avanti: in teoria l’impresa e il comune potrebbero far partire gli interventi sulle superfici di propria competenza, la sovrintendenza ha la facoltà di firmare il decreto di vincolo, che bloccherebbe qualsiasi attività nell’area circoscritta. Come dire che la decisione dei giudici amministrativi sarebbe stata superflua, considerato che la situazione si è definita da sè, senza vinti nè vincitori. D’altronde l’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale ha chiarito la volontà politica di andare verso un accordo equilibrato tra Regione e gruppo Cualbu. Accordo che dovrebbe salvare il colle punico dal cemento senza provocare danni economici all’impresa proprietaria delle aree. Per di più la recente sentenza del Consiglio di Stato ha tolto la validità agli ultimi due nullaosta paesaggistici rilasciati dal Comune al gruppo Cualbu, che per aprire il nuovo cantiere dovrebbe ripetere la procedura autorizzatoria partendo da zero.
L’iniziativa del dirigente Gabriele Tola era legata alla presenza diffusa di attività di cava, che qualifica il sito di Tuvixeddu come zona interessata da archeologia mineraria e di conseguenza tutelabile in base al codice Urbani. Una presenza evidente soprattutto per via del canyon scavato nei decenni passati per ricavarne materiale da costruzione, il famoso canyon in cui l’accordo di programma del 2000 prevede la realizzazione di una contestatittima strada d’accesso al quartiere. Ma al di là del canyon, resti significativi di attività mineraria si trovano un po’ ovunque sull’area pubblica e in parte, secondo la sovrintendenza, anche in quella privata. Nel corso degli anni sono saltati fuori vecchi scavi, cunicoli, tracce inequivocabili di come Tuvixeddu sia stato utilizzato per un periodo storico imprecisato ma lunghissimo per ricavarne i materiali necessari a costruire le case dei cagliaritani. Quanto basta a giudizio del sovrintendente Tola per qualificare il sito come area mineraria. Se la sovrintenza andrà avanti con questa iniziativa arriverà il decreto di vincolo e per il piano di Tuvixeddu sarà un colpo duro, al di là delle prospettive d’accordo con la Regione: senza l’accesso infatti - che verrebbe bloccata dal ministero - il nuovo quartiere resterebbe isolato.