Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Due anni senza tasse o si chiude

Fonte: La Nuova Sardegna
24 marzo 2010

MERCOLEDÌ, 24 MARZO 2010

Pagina 1 - Cagliari



Ultimatum di Cict: solo nel 2011 si potrà capire se la crisi è davvero finita



PORTO CANALE Il cliente tedesco aspetterà ancora un mese e poi andrà a Malta dove non si paga l’ancoraggio

CAGLIARI. Un mese di tempo per mettere in pratica quel che il decreto milleproroghe rende possibile, vale a dire ridurre fino al 90 per cento le tasse di ancoraggio: trascorso questo tempo il più grosso armatore di navi container cliente di Cict sceglierà Malta. Potrebbe già farlo, ma secondo l’ad di Cict la qualità del lavoro qui è elevata e Hapag Lloyd «potendo», preferirebbe restare.
L’annuncio del termine secco di un mese dato ieri dall’amministratore delegato di Cict, Domenico Bagalà, in margine alla conferenza stampa per il progetto Porto Lab destinato ai bambini delle scuole elementari, viene espresso con parole da ultimatum ma non è un atto di disistima verso il sistema portuale cagliaritano. Il termine è figlio della profonda crisi che, si sa, ha investito tutto il mondo del transhipment: situazione gravissima nel 2008, in risalita nel 2009, soprattutto per il terminal cagliaritano che, fra i venti porti italiani dove si movimentano container, è oggi al quarto posto con i 750 mila teus dell’anno scorso, livello confermato per i primi due mesi del 2010. «Hapag Lloyd è venuto qui due anni fa quando le tasse di ancoraggio si pagavano per intero e le ha pagate (l’anno scorso: 2 milioni e mezzo di euro), ma adesso - spiegava l’ad Bagalà - col decreto milleproroghe c’è una possibilità che darebbe una robusta mano ad affrontare gli esiti di una crisi planetaria, la più grande del secolo nel mondo dei container. Noi abbiamo parlato con l’autorità portuale, che si è impegnata a risolvere il problema e che ci ha comunicato di poter pensare a una soluzione entro un mese. E’ chiaro che se la possibilità non sarà percorribile, noi chiudiamo». E’ noto che lo sconto fino al 90 per cento delle tasse di ancoraggio ammesso dal decreto milleproroghe ha una condizione: le autorità portuali possono togliere le tasse, ma devono prevedere entrate correnti di pari importo. In altre parole: devono trovare i soldi per «pagarsi» lo sconto, lo Stato non rinuncia alle sue entrate perché c’è sempre una Corte dei conti pronta a vigilare. Il senso del decreto insomma è questo: le autorità portuali possono scegliere di favorire il transhipment anche togliendo tasse dovute per legge, ma devono trovare i soldi per non danneggiare le casse. Le authority possono scegliere quindi di aumentare le tasse in altre attività portuali, ma Paolo Fadda presidente dell’authority ha già detto che questo a Cagliari non succederà. L’ipotesi invece è quella di utilizzare i fondi propri destinati a opere già progettate per il porto e accedere a finanziamenti possibili per esempio attraverso la Regione. Il tavolo è aperto, il lavoro serrato, la speranza è molto fondata.
Spiega ancora Domenico Bagalà: «La possibilità di non pagare vale per due anni, ma permetterebbe ad Hapag Lloyd di uscire dalla crisi, che da un lato ha ridotto i traffici in tutto il mondo del 14 per cento e dall’altro rende difficile il prossimo futuro quando andranno in mare le gravi navi costruite su commissioni arrivate prima del 2008, quando la crisi non c’era, che aumentano dell’8, 9 per cento la capacità complessiva di trasporto, ma in una situazione che non è più quella precedente al 2008. Inolte, il minor volume di traffico ha innescato il calo delle tariffe di nolo. L’export cinese è finalmente ripartito, ma non sappiamo se è ripartito per rimpinguare gli stock e basta. In altre parole: quando gli scaffali saranno pieni il flusso calerà di nuovo o la ripresa sarà comunque ricominciata? Agli inizi del 2011 avremo una visione diversa, non pagare per due anni le tasse di ancoraggio ci serve per superare questo momento di incertezza». (a. s.)