Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Porto canale: a terra 180 lavoratori

Fonte: La Nuova Sardegna
25 giugno 2008

MERCOLEDÌ, 25 GIUGNO 2008

Pagina 1 - Cagliari

Chiesta da Cict alla Regione la cassa integrazione per dodici mesi in attesa della ripresa



«Traffici crollati del 90%, cerchiamo un altro partner»




MAURO LISSIA
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CAGLIARI. Arriva la richiesta di cassa integrazione straordinaria per i 180 lavoratori di Cict, la concessionaria del porto canale: è il direttore generale dell’Assoindustriali a firmarla per conto dell’amministratore delegato Alessandro Becce, che denuncia perdite per sei milioni di euro e l’assenza ormai totale di volumi sulle banchine del terminal container Macchiareddu da maggio 2007.
La richiesta - presentata secondo prassi tecnica all’assessorato regionale al lavoro e inviata per conoscenza ai sindacati confederali di categoria - è legata all’esigenza di proseguire la ricerca di un nuovo partner destinato a sostituire Maersk, causa della crisi. La durata indicata è di dodici mesi «in attesa della ripresa delle attività su base stabile». Una ripresa che appena dieci giorni fa, all’incontro di Roma coi sindacati, la presidente di Cict Cecilia Battistello aveva dato per scontata e imminente, rimandando a un tavolo tecnico le eventuali decisioni sulla richiesta di ammortizzatori sociali. Ora invece, mentre Confindustria era stata individuata come la sede opportuna per il tavolo, parte la richiesta di Cigs la cui lettura può essere duplice: la Battistello aveva infatti spiegato che la ripresa dell’attività nel terminal cagliaritano sarebbe stata comunque graduale. Il ricorso alla Cigs potrebbe quindi essere interpretato come una scelta necessaria a garantire la parziale copertura delle perdite nella fase di rilancio del porto. L’altra lettura è ovviamente negativa: stallo nel negoziato per l’ingresso del nuovo socio e di conseguenza stop totale dell’attività, per non appesantire ulteriormente il bilancio dell’azienda. Ma queste sono soltanto ipotesi. La realtà è quella descritta nella nota firmata dal direttore generale di Confindustria Marco Santoru e indirizzata alla Regione: se nel quadriennio 2003-2007 il terminal Cict aveva superato le previsioni del piano industriale, l’uscita di P&O a favore di Maersk - avvenuta in tutte le consociate del mondo - ha tagliato le gambe al terminal di Macchiareddu, con conseguente declino dei volumi operativi: la flessione del primo semestre 2008 rispetto al 2007 è stata del 90 per cento. Da maggio 2007 - scrive Santoru - Maersk ha progressivamente tagliato tutti i collegamenti con il terminal gestito da Cict, provocando le perdite e il mancato utilizzo del personale: 199 lavoratori. Nel frattempo Cict «si è attivata - così è scritto - nella ricerca di un nuovo partner fra le compagnie di navigazione, che intenda fare del terminal del porto canale lo snodo dei suoi traffici nel Mediterraneo, in grado di fornire i volumi necessari per permettere allo scalo cagliaritano di intergrarsi nel network distributivo del Mediterraneo». Ma durante la ricerca della nuova partnership «dovrà essere affrontata una fase dell’attività caratterizzata da volumi bassi o addirittura del tutto assenti, legati per lo più a situazioni di difficoltà degli altri scali». Da qui il ricorso alla Cigs «per limitare il più possibile le ripercussioni per i dipendenti».