Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Musical al Comunale, l’effervescente saga dell’american dream

Fonte: La Nuova Sardegna
22 marzo 2010

LUNEDÌ, 22 MARZO 2010

Pagina 24 - Cultura e Spettacoli

Al Lirico è approdata in forma concerto l’opera «Wonderful Town» di Bernstein diretta da Marshall


L’odissea delle sorelle Sherwood nella Grande Mela raccontata in un mix tra lirica e leggera

GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Tutto l’american dream in un musical. Un sogno nel quale si canta e si balla qualunque cosa accada, dove la vita viene presa con humour, dove ogni esperienza, anche la più squallida, è pervasa però della speranza di un riscatto.
È l’odissea delle sorelle Sherwood nella Grande Mela, Ruth e Eileen, che dall’Ohio si trasferiscono a New York per cercare fortuna. E neppure la nostalgia del focolare domestico potrà offuscare l’infatuazione per la meravigliosa metropoli. Tutto prende piede dai racconti autobiografici di Ruth McKenney, sbarcando poi sui palcoscenici di Broadway grazie alla penna degli sceneggiatori Joseph Fields e Jerom Chodorov, passando attraverso Hollywood e la magia del cinema, ritornerà quindi in teatro coi testi di Betty Comden e Adolph Green nella partitura geniale di Leonard Bernstein.
«Wonderful Town» è la quintessenza della commedia musicale americana, apripista per la futura «West Side Story», perfetto mélange fra un’ironia sofisticata alla Brecht & Weill e una folk-opera di Gershwin costellata di songs, come «Porgy and Bess».
Proprio quest’ultima, l’anno scorso al Comunale, ottenne un certo successo nell’esecuzione in forma di concerto diretta da Wayne Marshall, musicista inglese di origini caraibiche, uno dei massimi esperti nel repertorio summenzionato, venerdì e sabato ospite di nuovo per la Stagione del Lirico con «Wonderful Town».
Anche stavolta senza apparato scenografico, luci e costumi, ma soltanto la verve di un ottimo cast in grado di rendere al meglio l’esuberante dialettica dei personaggi. Una vivace drammaturgia di scena è comunque presente, curata dalla stessa Kim Criswell, magnifica Ruth dalla voce duttile e rutilante, che abbraccia insieme impostazione lirica e leggera con un ventaglio di capacità timbrico-espressive straordinario.
Ma se la Criswell è una leonessa di carica interpretativa eccezionale, l’Eileen di Olga Listova è un usignolo affascinante dalla vocalità soave, di timbrica appena nasale e un po’ pastosa. Palma d’oro per presenza scenica, invece, andrebbe senz’altro a Leroy Villanueva e Zachary Halley, veri fuoriclasse in ambito attoriale; performance discreta quella di Sébastien Lemoine e Vincent Ordonneau; dirompente e di notevole efficacia la compagine corale istruita da Fulvio Fogliazza.
Le parole d’ordine sono jazz, blue note, swing, conga: una sgargiante apoteosi di musica, ballo e canto che trasforma l’Orchestra del Lirico (nutrita di sei sax e una batteria) nei Krazy Kats diretti da un impeccabile Marshall, alias Speedy Valenti, nel susseguirsi effervescente e poliritmico delle sincopi e dei contrattempi.