Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tuvixeddu e il parco impossibile

Fonte: L'Unione Sarda
22 marzo 2010


Se la Regione dovesse acquistare i terreni sul Colle, l'ampliamento del percorso archeologico sarebbe inattuabile

Parere negativo dei Beni paesaggistici al progetto
Nel frattempo la famiglia Sotgiu, firmataria dell'Accordo del 2000, annuncia battaglia: «Un nuovo contratto? È più probabile che arrivi per vie legali, perché noi non lo firmeremo»
Non c'è solo lo scoglio dei soldi a frenare il futuro di Tuvixeddu. Anche se si arrivasse alla fine del percorso tracciato dal Consiglio regionale con l'ordine del giorno del 5 marzo (acquisizione di una parte del colle e allargamento dei confini del percorso archeologico), potrebbe spuntare un altro nodo: il no al parco da parte della direzione regionale ai Beni paesaggistici. Un dettaglio non secondario, che bloccherebbe l'ingranaggio dopo un eventuale cambio di proprietà dei terreni, evidenziato durante l'ultima seduta del Comitato di vigilanza per l'accordo di programma del 2000, avvenuta il 23 febbraio.
I VERBALI Allo stesso tavolo sono seduti il sindaco Emilio Floris, Gualtiero e Giuseppe Cualbu con il loro avvocato, rappresentanti della Regione e delle famiglie Sotgiu e Mulas.
Paolo Zoccheddu, dirigente comunale dell'area Gestione del territorio, parla dei veti espressi da Elio Garzillo (direttore fino a venti giorni fa) che « per quanto riguarda la strada e il progetto del parco, ha inviato al Comune tre note che, in pratica, confermano il parere contrario al completamento di questi interventi ». Questo si legge nei verbali della riunione. Il parere negativo sull'asse di collegamento fra via Cadello e la zona di via San Paolo non è una novità. Garzillo si è sempre espresso in maniera contraria al progetto, anche se Zoccheddu spiega che si tratta di un no dato « senza dare motivazioni specifiche, né indicare quali accorgimenti progettuali si potrebbero adottare per superare il parere contrario. Poi, in chiusura delle note, si chiede per quale motivo non è stata ancora attivata la procedura per ottenere l'autorizzazione paesaggistica ». Questo provoca la reazione del dirigente comunale che aggiunge: « Le conferenze dei servizi (alle quali ha partecipato Garzillo) erano state indette proprio per ottenere l'autorizzazione, per cui siamo arrivati proprio a livelli inqualificabili» .
IL NODO Ricapitolando: la Regione potrebbe deliberare l'acquisto di una parte di Tuvixeddu (una stima parla di 15 milioni di euro solo per i terreni) ma l'ampliamento del parco diventerebbe impossibile se la direzione regionale ai Beni paesaggistici non cambiasse idea. Cosa peraltro verosimile, visto che dal 1° marzo gli uffici di via dei Salinieri sono guidati da Maria Assunta Lorrai. La nuova direttrice però starebbe ancora studiando le carte relative al Colle, senza arrivare - per il momento - a una conclusione.
LA COMMISSIONE Intanto dopo il sopralluogo di mercoledì da parte della commissione regionale all'Urbanistica, il presidente Matteo Sanna (Pdl) annuncia «una riunione congiunta con la commissione ambiente, alla quale inviteremo anche la direttrice dei Beni paesaggistici». L'obiettivo: «Arrivare a una risoluzione che impegni la Giunta. La nostra posizione è quella espressa nell'ordine del giorno del Consiglio».
Per Franco Meloni, consigliere dei Riformatori, «bisogna proteggere il Colle e tutelare l'imprenditore. Non si possono pagare danni all'infinito: spero in un accordo politico vasto anche con gli organi dello Stato, perché si deve salvare il bene paesaggistico, la strada e soprattutto le casse regionali».
LA GUERRA DEI DANNI Nel frattempo Antonio Dettori, portavoce della famiglia Sotgiu - tra i firmatari dell'Accordo di programma - minaccia battaglia: «Non se la caveranno solo con l'acquisto delle aree. L'epoca della beneficenza e dei contratti favorevoli a Comune e Regione è finita». E l'ipotesi di allargare i vincoli a Tuvumannu? Ecco la risposta: «La proposta di Legambiente è incredibile. Dov'era Tiana nel 1982, quando ci hanno espropriato i terreni di via Castelli? Forse in quel tempo la zona era meno “fenicio punica” di oggi. Vorrei sapere poi quanto costerebbe questa espansione». Il figlio di Piera Sotgiu si stupisce di non essere stato ancora convocato in nessuna riunione: «Non siamo stati invitati ad alcuna trattativa. Questo silenzio da parte della Regione e degli altri firmatari per noi è una gravissima porta in faccia, di cui noi terremo conto. Un nuovo contratto? È più probabile che arrivi per vie legali. Noi non firmeremo». Una grana in più da risolvere, visto che la famiglia è proprietaria di un dodicesimo dei terreni interessati dal documento stipulato dieci anni fa. Un accordo che, visto con gli occhi (e i litigi) di oggi, ha del miracoloso.
MICHELE RUFFI

20/03/2010