Sant'Elia. Piazza Pigafetta
«Non sono un mostro. Mio fratello è schizofrenico e l'altra sera mi sono difeso dall'ennesima aggressione. Ho raccontato tutto ai carabinieri. Ora spero che il Comune mi aiuti: mio fratello ha bisogno di assistenza». Il presunto aggressore di piazza Pigafetta, 36 anni pescatore, denunciato per lesioni personali, si difende: «Da quando è morta nostra madre la vita è diventata un incubo. La notte chiudo a chiave la mia stanza. L'altro mio fratello più piccolo è andato via di casa. Non ne poteva più».
Sguardo triste per una storia che non avrebbe voluto diventasse pubblica, il pescatore rivive quel lunedì pomeriggio. «Ho chiesto a mio fratello di tenere pulita la sua stanza, sempre più simile a un tugurio. Poi ho cercato di convincerlo a non spendersi i 250 euro della pensione di invalidità in robaccia. Lui ha reagito. Dopo le urla è passato ai fatti: ha cercato di picchiarmi. Mi sono difeso. Il dito forse se lo è fratturato per un pugno finito contro il muro». Una sfuriata che sembrava finita con una visita al pronto soccorso. «Non sapevo fosse andato dai carabinieri. Ha raccontato una storia incredibile. Ma qualche cracker negato. Le spese di casa sono tutte a carico mio. Sono stato chiamato dai militari di San Bartolomeo. Anche i vicini conoscono la nostra situazione. In un'altra occasione mi hanno aiutato dall'ennesima aggressione».
Quando erano in vita i loro genitori era la madre a occuparsi del figlio malato di schizofrenia. «Era lei a fargli seguire la terapia. Ora non prende i medicinali e la situazione sta peggiorando», spiega il fratello. Per questo chiede l'intervento delle istituzioni: «Lo psichiatra che cura mio fratello e gli assistenti sociali del Comune sanno tutto. Non capisco perché non lo trasferiscono in qualche struttura che si occupi di lui. Io non posso farlo. Lavoro e ho la mia vita. L'altro nostro fratello più piccolo è andato via di casa. Era costretto a rinchiudersi in camera perché aveva paura». Il timore del pescatore trentaseienne è uno solo: «Mio fratello è un gigante . Quando perde il controllo può diventare molto pericoloso. In passato se l'è presa anche con i nostri genitori. Non vorrei che succedesse qualcosa. Deve seguire la terapia e se non lo fa i rischi aumentano». (m. v.)
18/03/2010