il progetto Ok al piano regionale Camp
Tutelare il mare e le sue risorse, garantire un reddito ai pescatori e favorire il ripopolamento della fauna marina con il coinvolgimento degli operatori. È lo spirito del progetto delle Nazioni unite del Mediterraneo “Camp” sulla gestione integrata della aree marine isolane, promosso dalla Conservatoria delle coste e dagli assessorati regionali all'Agricoltura e all'Ambiente.
IL PIANO In particolare sono state individuate tre aree (da Bugerru a Trinità d'Agultu) e 22 Comuni costieri per dare via al ripopolamento dell'astice, del polpo e del riccio. I progetti pilota, che avranno una durata di 2 anni, saranno realizzati, rispettivamente a Castelsardo, Su Pallosu a San Vero Milis e Buggerru.
SPECIE Un investimento da 400 mila euro, di cui 300 mila in arrivo dalla Conservatoria delle coste e altri 100 mila euro dal Com.Bio.Ma (Centro di competenza sulla biodiversità marina), per sostenere i pescatori. Dopo questa fase, poi, è prevista anche la riqualificazione dei sistemi spiaggia-duna, dei litorali dinamici degradati, il consolidamento e qualificazione dell'offerta turistica locale in un'ottica sostenibile. «Queste sono risorse rinnovabili che se ben valorizzate possono essere eterne», ha precisato Angelo Cao, coordinatore del Com.Bio.Ma. E così sono state studiate le abitudini delle varie specie per scoprire il metodo più veloce per accrescere gli esemplari e accelerare la riproduzione. Per la prima volta nel Mediterraneo, a esempio, il polpo sarà marchiato.
VANTAGGI L'idea è quella di coinvolgere gli operatori per tutelare le risorse che loro stessi potranno usare. «C'è un grande margine di crescita», ha sottolineato l'assessore all'Agricoltura, Andrea Prato, «visto che solo l'1% del pesce venduto arriva dalla nostra pesca, meno del 10% dagli allevamenti sardi mentre tutto il resto arriva dall'estero». La domanda locale non manca, e incrementate gli allevamenti porterà un sicuro reddito ai pescatori. Il progetto Camp, inoltre, «ha sottolineato una nuova sinergia tra istituzioni». L'ambiente è «una fonte di primaria importanza ed è fondamentale creare un circolo virtuoso per renderne consapevoli gli operatori», ha aggiunto Giuliano Uras. Per il direttore della Conservatoria, Alessio Satta, inoltre, il progetto, «dopo questa fase sperimentale potrebbe essere replicato su scala regionale».
ANNALISA BERNARDINI
18/03/2010