Urban center
Antonello Gregorini
Qualcuno ritiene che Cagliari abbia bisogno di un “volano” per accelerare e diventare attrattiva. Un altro sostiene che tutti questi spazi vuoti che Cagliari ha, ma che io non vedo come tali, “debbano essere venduti” a investitori che creino opportunità di lavoro per i nostri giovani. Cagliari ha solo bisogno di un maquillage che miri a ripulirla, renderla più efficiente, ordinata e civile. Il processo passa per una sorta di rivoluzione culturale ed economica. L’humus crea le condizioni a contorno perché i fatti avvengano da soli. Questo che può sembrare un messaggio banale e debole è, in realtà, un messaggio forte che solo un Sindaco illuminato potrà realizzare. Cagliari è una città aperta, mercantile, ormai con notevoli rapporti e connessioni fisiche con l’esterno. Manca una connotazione di rango che attragga visitatori ma, anche, nuovi abitanti che la scelgano per la mitezza del clima; l’ospitalità e il carattere sincero della gente; la dimensione più umana rispetto ad altre realtà metropolitane. Manca anche un tessuto economico di piccole imprese innovative. Cosa produrrà quindi la Cagliari del futuro? La cosiddetta nuova economia (in senso accademico) rivisita i criteri di valutazione del benessere. Il Pil non è più visto in termini “utilitaristici” (Pareto) ma in termini di benessere umano (Amartya Sen). I mercati del futuro saranno incentrati sul consumo di beni immateriali: servizi e intrattenimento. La teoria della “decrescita felice” ( meglio dire “evoluzione intelligente”) é sempre più accettata anche nei contesti politici. Occorre far si che a parità di “valore circolante” (PIL) si riduca la produzione di beni materiali, (a maggior impatto ambientale, oggi consumati, nei paesi occidentali, per una sorta di stupida compulsione tipica dell’edonismo imperante) a favore dei consumi immateriali, culturali, dell’igiene, della salute, del godimento della natura e degli affetti. Ciò che crea economia sono gli scambi, siano essi di scarpe e vestiti sempre diversi e sempre più inutili; siano essi produzioni immateriali a basso impatto ambientale. Questo ragionamento porta alla quadratura del cerchio economia v/s sostenibilità ambientale. È un ecologismo liberale non ideologico e non minimalista. In questo contesto evolutivo occorre disegnare la Cagliari del futuro. *Ambientalista