DOMENICA, 14 MARZO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Businco, Casu e Tavolacci bacchettati dal segretario Cappai
CAGLIARI. Venti di guerra all’interno dell’Udc cittadino e provinciale col perno della discordia in cosiglio comunale. Per due consiglieri dell’Unione di centro, Ettore Businco e Massimiliano Tavolacci, si profila la sospensione dal partito, che dovrebbe essere ratificata martedì prossimo. Gli antefatti parlano dell’entrata nell’Udc di Paolo Casu (già dei Riforamtori e indipendente del centrodestra), poi nominato capo gruppo.
In parallelo il precedente capo gruppo Efisio Pireddu è stato sfiduciato da parte di tre consiglieri dell’Udc su cinque. Il tutto in un contesto in cui Casu, Businco e Tavolacci (i tre che hanno detto «no» a Pireddu) hanno spesso avuto atteggiamenti critici verso il sindaclo Emilio Floris. Ultimo in ordine di tempo quello di Casu e Businco che, difendendo il segretario generale, hanno lamentato che il primo cittadino «non si occupa dei problemi più urgenti e reali di Cagliari».
Pochi giorni prima, Tavolacci assieme ad altri consiglieri tra cui Ugo Storelli (capo gruppo di Forza Italia), avevano rimarcato i ritardi del primo cittadino sulla questione del nuovo stadio. Da parte sua Casu ha anche recentemente sottolineato «l’inadeguatezza delle scelte sui rifiuti portate avanti dalla Giunta e le proroghe continue». E si è sempre detto contrario alla demolizione dell’attuale stadio di Sant’Elia «che è un patrimonio della città e della Sardegna, che va valorizzato e non abbattuto».
Sino ad ora, però, le frizioni in Comune erano rimaste interne alle mura municipali, come dialettica nella maggioranza. Giovedì sera sono invece approdate nel comitato provinciale col responsabile Nello Cappai che ha proposto di deferire Businco, Casu e Tavolacci ai probi viri del partito per poi espellerli. E ha minacciato di dare le dimissioni da responsabile provinciale qualora non fossero stati presi provvedimenti contro i tre consiglieri comunali. Il leader del partito Giorgio Oppi ha ipotizzato di far esaminare il caso da una commissione. E ora per Businco e Tavolacci si parla di sospensione e di non gradimento per l’entrata di Casu nell’Udc.
La questione, insomma si sta ingarbugliando. «Vorrei sapere - spiega Tavolacci - qual è la motivazione della sospensione, ammesso che venga fatta e quale organismo del partito la deciderà». Casu prende atto «che c’è una sfiducia sulla mia persona», ma sottolinea anche che «in Comune vi sono dei regolamenti interni di carattere amministrativo: io resto capo gruppo dell’Udc e ho già convocato l’organismo consiliare». Businco ricorda di non essere stato invitato («e nemmeno Casu») alla riunione provinciale. E sottolinea, come fa anche Tavolacci, di restare nell’Udc del consiglio comunale: «Io inoltre non ho la tessera dell’Udc, mentre i gruppi consiliari sono regolati da norme interne municipali».
Come dire che in Comune c’è un gruppo dell’Udc che è e non è nell’Udc... (r.p.)