Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Eolico, big di Confindustria dietro la Trevi

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2010


Ecco chi spinge il piano superstite. Il ministro: «Via libera? Mai»

Quattro dei cinque progetti sono stati ritirati dopo le richieste di integrazione della Capitaneria.
di ANTHONY MURONI
Ci sono un'azienda di spicco nel settore delle grandi opere e uno dei big di Confindustria dietro l'unico progetto superstite per la realizzazione di un parco eolico nel Golfo degli Angeli. La Trevi Energy di Cesena (che ha ridotto da 90 a 33 il numero delle pale eoliche da impiantare tra punta Zavorra e Sarroch) è infatti di proprietà del gruppo Trevi, leader mondiale nell'ingegneria del sottosuolo per fondazioni speciali, scavi di gallerie, consolidamenti del terreno, produttore di impianti per la perforazione petrolifera e parcheggi sotterranei automatizzati.
IL MANAGER L'amministrazione delegato è Cesare Trevisani, 59 anni, numero 2 di Confindustria, con delega alle Infrastrutture, alla logistica e alla mobilità.
Un'azienda e un manager dall'indubbio peso politico, in grado di condizionare chi dovrà decidere sul futuro delle installazioni eoliche nel mare della Sardegna. Anche se proprio ieri mattina, dagli studi televisivi di Uno mattina, popolare contenitore Rai, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ha ribadito la sua promessa, rispondendo alle sollecitazioni del conduttore: «Conosco bene la Sardegna e alla perfezione la polemica in corso sulle richieste di concessione per la realizzazione di parchi eolici in mare - ha detto - posso solo ribadire quanto già detto in passato: finché la responsabilità sarà la mia, non c'è alcuna possibilità che uno o più progetti vengano autorizzati nel golfo di Cagliari».
LA BATTAGLIA Rassicurazioni che tranquillizzano solo parzialmente il deputato del Pdl Mauro Pili, che si è messo alla testa del fronte popolare che avversa l'unico progetto rimasto, dopo il ritiro degli altri quattro presentati nell'ultimo anno: «Non ho motivo per dubitare della parola del ministro Matteoli, che anzi ringrazio per la disponibilità e l'attenzione, ma la nostra battaglia non può considerarsi conclusa», ha commentato. E in un messaggio inviato ai quasi 5 mila utenti Facebook che hanno aderito al gruppo “No alla muraglia eolica sul mare della Sardegna” è stato più esplicito: «La mobilitazione non si ferma - ha scritto - il ritiro di quattro richieste su cinque non deve far abbassare una guardia che deve restare altissima. La procedura avviata dallo Stato per rispondere all'istanza della Trevi Energy deve essere revocata. E il ricorso alla Corte costituzionale deve chiarire una volta per tutte il ruolo della Sardegna sia nella fase procedurale che decisionale relativamente agli impianti eolici off-shore. Le prerogative costituzionali riservate alla Regione, attraverso le norme d'attuazione dello Statuto, devono essere salvaguardate, evitando precedenti pericolosi per la nostra autonomia».
PROPOSTA PD Contro le aziende che vogliono speculare sui certificati verdi e per prevenire possibili infiltrazioni mafiose nel settore degli investimenti nelle energie rinnovabili si è speso anche il senatore del Pd Francesco Sanna, che ha presentato un emendamento (respinto) alla legge 194: «Va lasciata la possibilità alle Regioni, nella loro programmazione energetica, di dare le autorizzazioni per i parchi eolici, individuando criteri di preferenza perché questi siano al servizio di attività produttive», ricorda. «Con una stessa operazione si realizzerebbe un rilancio delle fonti rinnovabili, si aiuterebbe la loro diffusione nel Paese e, allo stesso tempo, si porrebbe in essere un'operazione di politica industriale. Vorrei che il Governo fosse persuaso dell'opportunità di fare questo. Ci sono delle Regioni che stanno tentando di farlo, ma trovano dei limiti in una mancanza di cornice nella legislazione nazionale: gliela vogliamo dare questa cornice?».

11/03/2010