Rassegna Stampa

Il Sardegna

Donne e lavoro l'Italia in coda alla classifica per stipendi e occupazione

Fonte: Il Sardegna
9 marzo 2010

L'8 marzo. Il messaggio di speranza di Napolitano: esigete il rispetto della vostra dignità

L'Ocse: le retribuzioni femminili sono inferiori di un quinto rispetto a quelle degli uomini

Cristina Cossu cristina.cossu@epolis.sm ¦

Un messaggio di «speranza e fiducia alle donne di domani ». Un appello alle istituzioni e al mondo del lavoro «per scongiurare il rischio che questa ricchezza di risorse umane venga dissipata». Infine, un consiglio alle giovani: «Preparatevi ad esigere, da chiunque e in qualsiasi circostanza, il rispetto della vostra dignità».
LE BELLE PAROLE di circostanza di Giorgio Napolitano, per la celebrazione dell'8 marzo al Quirinale, si accompagnano ai numeri diffusi ieri dall'Ocse per ricordare le sostanziali differenze sociali e materiali fra i sessi. Cose già sentite ma sempre vere: le donne guadagnano meno degli uomini nonostante abbiano un più alto livello di istruzione; godono di poco tempo libero rispetto a mariti e colleghi; il tasso di occupazione femminile italiano è superiore soltanto a quello di Messico e Turchia; in linea generale sono più povere, e le difficoltà economiche sono direttamente proporzionali all'età. La differenza di stipendio è di circa il 20%. «È sotto della media dei paesi Ocse, e questo è spiegato dal fatto che in Italia le donne con un livello relativamente basso di istruzione hanno molte meno probabilità rispetto agli uomini di avere un lavoro retribuito», spiega Willem Adema, economista dell'Organizzazione internazionale. Per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile, superiore al 70% nei Paesi nordici, si scende al 50% in Grecia, Italia, Messico e Turchia. All'Islanda il record positivo: raggiunge l’80%. L’Ocse mette in risalto anche il ricorso al part-time: l’orario ridotto è scelto da una su 4 donne che lavorano, mentre tra gli uomini è diffuso solo per il 6%. Per il gap del tempo libero, gli 80 minuti di differenza mettono l'Italia in cima alla classifica. In Norvegia la differenza è di pochi minuti, in Polonia, Messico e Spagna è di 50 minuti. Ancora: l'area Ocse spende in media il 2,3% del Pil per sostegno alle famiglie, ma la spesa supera il 3,5% in Francia, Lussemburgo e Regno Unito, in Messico e in Corea non va oltre l’1%. E l’Italia, insieme a Spagna e Grecia, si colloca in fondo alla lista, con poco meno dell’1,5%. Più consistente la spesa pubblica per la cura dei bimbi e i servizi pre-scolari: con poco più dello 0,6% del pil, davanti a Germania (0,4%) e Olanda (0,5%). ¦


Il dato

Disoccupati in calo ¦
¦ Il tasso di disoccupazione scende leggermente nell’area Ocse dall’8,8% (dicembre 2009) all’8,7% (gennaio 2010) ma non in Italia e Francia. Il dato è trainato dai risultati di Usa (dal 10% di dicembre al 9,7% di gennaio) e Giappone (dal 5,2% di dicembre al 4,9% di gennaio).