Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Danzatori in volo per catturare i sogni

Fonte: L'Unione Sarda
23 giugno 2008

Cagliari

Il “Dreamcatcher” di Jacques Heim strega il pubblico dell'Anfiteatro romano
C'è stato un tempo in cui Cagliari, d'estate, ospitava i grandi nomi della danza contemporanea internazionale e nazionale: Carolyn Carlson, Bruno Dizien, Jean Gaudin, Pierre Doussanint, Mark Tompksin, negli anni Ottanta, il Charleroi Danse di Frédéric Flamand, la compagnia statunitense The Forces of Nature, Ariella Vidach, nei Novanta. Ora che quelle stagioni sono (purtroppo) tramontate da un pezzo, la città accoglie altri generi di spettacoli, dove la danza, o ciò che di essa rimane in questi contenitori dinamico-cinetici, il più delle volte è mescolata e accompagnata a tante altre cose: composizioni acrobatiche, scenografie fantascientifiche che danno l'illusione di spostarsi tra cielo e abisso, gabbie mosse a vista, grandi cerchi in legno, fumi e penombre, presenze inquietanti, uomini e donne che scalano enormi ruote.
Con queste caratteristiche, venerdì sera all'Anfiteatro romano è andato in scena Dreamcatcher , spettacolo messo in agenda da Event Group, portato sul palco dalla compagnia statunitense Diavolo Dance Theatre, ideato da Jaques Heim, autore in passato dell'opera più bella e coinvolgente del Cirque du Soleil (la fantastica compagnia canadese che da 24 anni seduce il pubblico con la magia e l'incanto di numeri quasi impossibile da descrivere), intitolata Ka . Un sodalizio, quello tra il coreografo e regista parigino e la compagnia di Robert Lepade, ricostituitosi di recente per un progetto legato al tema delle emergenze idriche nel mondo, di cui il Cirque si sta occupando. Ma ritornando allo spettacolo della compagnia statunitense che l'altra sera ha inaugurato la stagione dell'Anfiteatro davanti a 1.500 persone, tutto si svolge secondo un'ormai collaudata odissea nello spazio dei linguaggi emozionali e delle evoluzioni fisiche nelle sue tante direzioni: modern dance e capoeira, danza di strada e arrampicata, espressioni atletiche allo stato puro e gesti quotidiani. Che succede sul palco? Un po' di tutto.
Dodici performer, uomini e donne, incrociano corpi e destini, amori e passioni, in una ruota acchiappasogni che cattura quelli belli e allontana i brutti. Da soli, in coppia o in gruppo, gli interpreti danno vita a salti e prese, repentine cadute, movimenti eseguiti ora a terra ora nell'aria, appesi a delle funi, o con dei tubi di metallo che, utilizzati come aste, permettono di saltare da una parte all'altra della ruota. Una messinscena in bilico tra spettacolarità e spregiudicata mescolanza, con caldi applausi da parte di un pubblico che ora si prepara ad accogliere in Momix di Moses Pendleton, in programma il 30 giugno e il 1° luglio sempre all'anfiteatro, questa volta però per l'organizzazione di Jazz in Sardegna e Rocce Rosse Blues.
CARLO ARGIOLAS

22/06/2008