Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Delogu: «Era perfetto Lo firmerei anche oggi»

Fonte: L'Unione Sarda
8 marzo 2010

il documento

Il parere dell'ex primo cittadino 



Alla domanda risponde senza esitare: «Certo che rifarei quell'accordo di programma. Di più: lo rifarei mille volte. Era ed è strafavorevole al Comune», dice Mariano Delogu, senatore del Popolo della libertà e sindaco nel 2000, anno in cui firmò la convenzione insieme alla Regione e ai proprietari delle aree sul colle di Tuvixeddu.
«Ma attenzione: l'ordine del giorno approvato venerdì non mette in discussione l'accordo. Anzi, ne riconosce la validità». Per Delogu è necessaria una premessa: «Tutte quelle aree erano di privati, che avevano promosso un'azione risarcitoria». Il motivo: il Comune aveva requisito la zona di via Castelli per costruire gli alloggi popolari negli anni Ottanta. Ai proprietari venne riconosciuto un credito di 80 miliardi di lire, circa 40 milioni di euro. «L'accordo non solo mise fine alla querelle, che avrebbe travolto l'economia del Comune, ma ottenemmo che una parte importante di Tuvixeddu fosse trasferita all'amministrazione, insieme alla viabilità. Non solo: c'era una clausola in base alla quale gli edifici sarebbero stati costruiti solo dopo l'inizio della realizzazione del parco. Tutto questo in cambio dell'autorizzazione a edificare in una zona dove non c'erano tombe. Questo lo disse la Sovrintendenza, non noi». Però l'accordo potrebbe essere scavalcato, se la giunta regionale, su impulso del consiglio, comprasse le aree dove è prevista la costruzione di nuova cubatura da parte.
Il senatore prosegue: «Ora, con quest'ordine del giorno, si vuole dire: paghiamo per non costruire, riconoscendo ai privati il diritto di farlo. Ci sono i soldi? Beh, allora non c'erano di sicuro. Se adesso ci fosse la disponibilità, sarei felicissimo».
L'accordo incassò anche il via libera da parte del consiglio comunale: «Il provvedimento, prima della conclusione, venne portato in aula due o tre volte, e venne approvato all'unanimità o quasi. Lo prevedeva la legge». ( m.r. )

07/03/2010