Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Errore al Comune, disabili senza soldi

Fonte: L'Unione Sarda
8 marzo 2010

Due fratelli tetraplegici da novembre 2009 non ricevono più l'assegno di mantenimento

«Disguido burocratico». Tagliate tutte le attività di assistenza

La madre, che non lavora per assisterli, non può permettersi più nulla.
Da tre mesi sono praticamente tagliati fuori dal mondo. Piscina, palestra, cinema vietati per due fratelli tetraplegici: il Comune non concede più il contributo per l'accompagnatore previsto dalla legge 162, rifinanziata nei giorni scorsi dall'assessorato regionale alla Sanità. Disguido burocratico, fanno sapere dall'assessorato ai Servizi sociali. Sarà, di certo c'è che, dopo una serie di rimpalli in vari uffici comunali, lo psicologo che si occupava di Marco e Luciano Girau ha alzato bandiera bianca: senza un centesimo non può più prendersi cura di loro.
LA STORIA Luciano ha 34 anni e sin dalla nascita è costretto a fare i conti con una tetraparesi spastica. Stesso film per Marco, cinque anni in meno, con malattia identica, ma in forma ancora più grave: si muove su una sedia a rotelle. Da soli non possono fare praticamente niente. Di loro si prende cura la mamma Marisa Pagani. È vedova da 27 anni, non lavora, ogni minuto è dedicato ai figli. A darle una mano d'aiuto Valerio Ancis, psicologo tuttofare, e una badante. La famiglia vive in un appartamento popolare riscattato di via Quirra. I costi per mantenere i figli sono elevati: le entrate sono solo assistenziali: un assegno da 450 euro per l'accompagnamento più la pensione da 260 euro a testa. Nessun stravizio, solo la legge 162 è in grado di regalare un assaggio di vita normale ai due fratelli disabili e un po' di serenità alla madre. In quelle trenta ore mensili finanziate con 30 euro ciascuna, lo psicologo accompagna Luciano in palestra, Marco in piscina e al corso di musica, entrambi allo stadio. Un'esistenza, per quanto possibile, accettabile. Sino a novembre 2009.
IL PASTICCIO Marisa Pagani non si fida di banca o Poste e per ritirare la somma della 162 va ogni mese nella tesoreria comunale. A dicembre scoppia il pasticcio. «Nessuno sa che fine ha fatto il contributo che mi consente di pagare le buste paga dello psicologo e della badante, assunti regolarmente. Sono andata alla Circoscrizione, dall'assistente sociale, all'assessorato alle Politiche sociali, alla Tesoreria comunale. La risposta era sempre la stessa: non sappiamo che fine ha fatto il contributo, provi in un altro ufficio. Risposte evasive, disarmanti. Abbiamo contattato anche Striscia la notizia». Giorni persi, soldi buttati, mesi d'attesa. E, senza gli stipendi, i forfait di badante e psicologo accompagnatore. Non è tutto. «Tra poco l'Inps chiederà il pagamento dei contributi previdenziali, ma non ho un centesimo».
IL BLITZ Venerdì mattina mamma, figli e psicologo tentano l'ultima carta: un incontro con i vertici dell'assessorato alla Politiche sociali. Al quarto piano del palazzo comunale di via Sonnino ad accogliere il gruppo, vista l'assenza giustificata dell'assessore Anselmo Piras e della super dirigente Ada Lai, la responsabile degli assistenti sociali Angela Lai. «C'è stato un disguido causato dalla nuova procedura che ci ha costretto a ricaricare gli elenchi dei beneficiari. Non pochi: in città sono oltre 2000 i progetti finanziati con quella legge». Intanto Marco e Luciano non possono più praticare attività sportive e culturali. «La settimana prossima i mandati relativi a gennaio e febbraio saranno pagati. Per dicembre dell'anno scorso faremo il possibile per accelerare i tempi. Nel frattempo - promette la dirigente - da lunedì (oggi per chi legge) i due ragazzi riprenderanno in palestra e piscina».
ANDREA ARTIZZU

08/03/2010