Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La Regione comprerà Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
8 marzo 2010

SABATO, 06 MARZO 2010

Pagina 8 - Sardegna



Voto unitario del Consiglio: le aree acquisite con fondi statali e permute




ALFREDO FRANCHINI

CAGLIARI. Il colle di Tuvixeddu, sede della maggiore necropoli del Mediterraneo, sarà acquisito al patrimonio pubblico. Lo ha stabilito ieri il Consiglio regionale che ha approvato un Ordine del giorno condiviso da maggioranza e opposizione. La legge sarà elaborata dalla Giunta, (potrebbe essere un «collegato» ad altri provvedimenti), e poi portata in aula in breve tempo.
L’ordine del giorno è trasversale come le parole che ricorrono in tutti gli interventi: fare in fretta. «Ci sono fatti amministrativi nuovi che ci portano a dire che occorre fare presto per risanare una grave ferita nell’area di Cagliari», afferma l’assessore Giorgio La Spisa. Una «ferita» che Franco Cuccureddu (Udc) non riesce a comprendere in pieno: «Qui si parla sempre di Cagliari», dice, «ma la Sardegna non finisce a Monastir». Il dibattito, però, mette in evidenza i molteplici aspetti di una vicenda che riguarda accordi di programma (tra Comune e costruttori) che dovranno essere rivisti e un’area archeologica da tutelare. Il documento approvato ieri sera impegna la Giunta a predisporre un progetto di legge per l’acquisizione delle aree «anche con il concorso finanziario dello Stato e nelle forme più convenienti all’interesse pubblico». L’intenzione è quella di chiudere la partita comprando le aree con risorse fresche ma anche ricorrendo ad eventuali permute di aree.
«Non è troppo tardi per fare di Tuvixeddu la nostra Appia Antica, uno dei punti di forza di Cagliari e l’area vasta», ha commentato l’ex presidente della Regione, Renato Soru, «gli interessi devono essere governati e occorre una tutela integrale del colle di Tuvixeddu tramite un disegno di legge o nuovo accordo, tutelando le casse della Regione che non ha soldi da sciupare». Provvedimento trasversale che ha convinto anche in sardisti e, in particolare, Paolo Maninchedda, il quale ha fatto notare che si tratta della soluzione «da me prospettata qualche anno fa».
Alla fine il breve documento è stato votato per parti. Sulla prima 55 voti e sulla seconda 43 con un piccolo giallo che, in realtà, è stato chiarito subito. L’assessore La Spisa aveva chiesto una modifica e cioè che fosse tolto «l’inciso dove si dice che il colle è così acquisito al patrimonio pubblico prefigurando già il disegno di legge». Una richiesta che ha portato sei consiglieri a esprimere voto contrario. Ma all’approvazione del documento, La Spisa ha chiarito: «La Giunta è assolutamente favorevole all’istituzione del parco archeologico-ambientale e l’Ordine del giorno è completamente condiviso».