Ambiente. Il responsabile di Trevi Energy: «Ci stiamo attenendo a quanto previsto dalla legge nazionale»
Nel progetto della società 33 pale di 90 metri tra Pula e La Maddalena spiaggia
Roberto Murgia roberto.murgia@epolis.sm ¦
«Perché il Golfo di Cagliari? È l'unica area che abbiamo individuato in Sardegna adatta ad ospitare un parco off-shore ». Parla (previo avvertimento che «la conversazione sarà registrata ») il responsabile della Trevi Energy per la parte “sviluppo parchi eolici”, Federico Pagliacci. La società di Cesena ha fatto domanda per la costruzione di 33 pale alte 90 metri, ognuna da 3 Mw di potenza, davanti alla parte di costa compresa tra Pula e La Maddalena spiaggia: un'area equivalente a 10 milioni di chilometri quadrati. «La più idonea», secondo Pagliacci, vuoi per «la vicinanza al porto industriale o a una zona già compromessa perché antistante la Saras». L'istanza di Trevi Energy è stata pubblicata il 3 marzo nelle testate locali dalla Capitaneria di Porto, per conto del ministero delle Infrastrutture. «È la procedura, siamo solo all'inizio dell'iter di autorizzazione per l'uso cinquantennale di quella parte di mare. Ci stiamo attenendo alla lettera a quanto previsto dalla legge nazionale». Per legge, appunto, le concessioni demaniali marittime che superano i 15 anni le rilascia, non la Capitaneria, ma il ministero delle Infrastrutture. Che si avvale della Guardia costiera per l'iter procedurale. Ma è sempre la Capitaneria che stabilisce se un'eventuale impianto eolico può essere rischioso per la navigazione, per gli accessi ai porti. Se l'esito è positivo, la Capitaneria ne dà comunicazione al ministero di Matteoli, che a quel punto puo dire sì, l'iter di autorizzazione può andare avanti. E per la Trevi Energy il ministero delle Infrastrutture ha dato l'ok. «In questi giorni - annuncia Federico Pagliacci - presenteremo la documentazione per l'ottenimento della Via (Valutazione di impatto ambientale) ». Anche in questo caso dovrà essere il ministero delle Infrastrutture a dare il via libera. Alla fine resta solo, prima del parere della Corte dei Conti, l'”autorizzazione unica a procede”, rilasciata di concerto da tre dicasteri: Infrastrutture, Sviluppo economico e Ambiente. «E noi siamo solo all'inizio», ha ricordato il responsabile di Trevi Energy. Intanto restano venticinque giorni, come indicato nella pubblicazione della Capitaneria di Porto, per presentare per iscritto le osservazioni ritenute opportune a tutela di eventuali diritti. Trascorso questo termine, che è quello del 30 marzo, non sarà accettato alcun reclamo e si darà corso alle pratiche relative alla concessione richiesta. «Ma lasciatemi dire - ha aggiunto Pagliacci - che l'impatto ambientale è cosa diversa dall'impatto visivo e che qui si confonde l'estetica con l'ecologia. Abbiamo in mente un parco eolico, non il nucleare». Quanto al caso di Is Arenas, «noi non avremmo mai scelto quel sito». Sul sospetto di infiltrazioni mafiose dietro l'escalation di domande per l'eolico nell'Isola, preferisce non commentare, ma «se dietro tutti questi no ci fosse l'idea di far capire che forse è meglio il nucleare?». ¦
La chiave
Dipendenti in 5 continenti ¦
¦ Trevi Energy è una Spa controllata al 100% da Trevi, finanziaria industriale con 7.000 dipendenti in 5 continenti.
Il ripristino della Torre di Pisa ¦
¦ Tra le opere della società: le fondamenta del ponte Vasco de Gama di Lisbona e il ripristino strutturale della Torre di Pisa.
Le dighe di New Orleans ¦
¦ Tra le opere in corso: «Stiamo ristrutturando, dice Pagliacci, le dighe di New Orleans per scongiurare un nuovo Catrina».
Cinque richieste per parchi off shore ¦
¦ Altre tre società hanno chiesto concessioni demaniali nel Golfo di Cagliari: Sostenergy, Licata Energy ed Ecopowernet