Il carcinoma mammario. Il tumore della mammella è il tumore femminile più frequente: occupa il 3° posto per frequenza e costituisce il 25 per cento del totale dei tumori. Nel mondo si diagnosticano un milione di nuovi casi/anno, in Italia sono 36 mila. “Le donne devono sapere che un quarto d’ora del loro tempo ogni due anni può salvar loro la vita” spiega Bruno Massidda. Il direttore dell’Oncologia medica dell’ateneo di Cagliari, responsabile degli screening oncologici per l’Aou (Azienda ospedaliera-universitaria), spiega: “Lo screening mammografico permette controlli periodici, su invito e totalmente gratuiti, per le donne senza sintomi tra 50 e 69 anni”
Aou: prevenzione, screening e “Hub&Spoke”. L’Azienda guidata da Ennio Filigheddu, come previsto dal Piano sanitario regionale 2010-12, accelera su prevenzione e attuazione degli screening oncologici secondo il principio delle reti integrate e l’applicazione del modello “Hub&spoke”. Il modello prevede la creazione di una rete oncologica regionale utile per coordinare le professionalità e le istituzioni coinvolte nella prevenzione, diagnosi. “La rete oncologica assicura la presa in carico della paziente riducendo le liste di attesa – aggiunge Maria Teresa Ionta, oncologa e coordinatrice del progetto “Informa cancro - e definisce i percorsi assistenziali. Si ha assistenza di maggiore complessità in centri di eccellenza (Hub) mentre ai centri periferici (Spoke) compete la selezione e l’invio dei pazienti al centro di riferimento”.
Al Sud diagnosi tardive e minore sopravvivenza. “Purtroppo al Sud – spiega il professor Massidda - si registra la più bassa percentuale di Registri tumori, di attivazione di programmi di screening e la più bassa percentuale di adesione agli stessi”. Intanto, riparte il Registro tumori regionale, affidato dall’assessorato alla sanità al professor Gavino Faa, anatomopatologo e già preside della facoltà di medicina. “Le criticità – prosegue Bruno Massidda – determinano scarsa conoscenza delle necessità con diagnosi tardive e minore sopravvivenza proprio per le neoplasie più infauste. Al Nord e nel Centro del paese la sopravvivenza standardizzata a 5 anni dopo la diagnosi di cancro della mammella è dell’86 per cento, nel Sud e nelle Isole è dell’81 per cento. Per il 2011 si stimano in Sardegna 1200 nuovi casi con una incidenza in crescita (+11 per cento)”. L’oncologo taglia corto: “Il rapporto mortalità/incidenza è dello 0,53 per la Sardegna e dello 0,48 nel resto d’ Italia. Nel 2011 sono previste circa 42mila nuove diagnosi con un rischio di ammalarsi di tumore della mammella entro gli 84 anni pari a un caso ogni 8 donne. Nel 2008 in Sardegna sono state registrate circa 6480 nuove diagnosi di tumore maligno di cui 1155 di cancro della mammella con un tasso standardizzato di 104 nella fascia d’età 0-84 anni e mortalità di 241 casi. Nel 2011 sono previsti 1200 casi e la popolazione target dello screening mammografico fra 50 e 69 anni è pari a 218 mila donne, circa 30mila fanno capo alla nostra Azienda sanitaria”.
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