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Cagliari protagonista della rivoluzione del verde urbano

Autore: Marta Nonnis,
18 ottobre 2010, 11:07
Presentate dall'amministrazione comunale le future aree del verde pubblico della città.

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Giovanni Maria CampusUn piano sistemico del verde urbano che punta al miglioramento qualitativo, estetico e quantitativo del verde a Cagliari, pari ad un aumento entro il 2020 del 390% della superficie fruibile dai cittadini rispetto al censimento del 1996: dagli attuali 10,4% mq per abitante ai 23,5 fra 10 anni. Questi gli obiettivi presentati venerdì scorso al convegno dibattito tenutosi al castello di San Michele, dall'assessore all'Urbanistica ed all'Ambiente di Cagliari, Giovanni Maria Campus, dal dirigente del Servizio Verde pubblico, Claudio Papoff e dall'architetto Silvano Piras. Un progetto iniziato nel '96, con la collaborazione di Andreas Kipar, architetto tedesco di fama internazionale, autore del piano del verde del capoluogo lombardo.

Le aree destinate al verde di progetto sono San Lorenzo-Su Stangioni (240 ettari trasformabili in parco), San Paolo e Campo Scipione (430000 mq), Terramaini (che verrà ampliato) e le aree militari dismesse di Monte Urpinu. “Un passaggio da una città per nuclei a una città territorio – spiega l'assessore Campus - con l'introduzione di una serie di “cerotti” verdi che andranno a riempire gli spazi vuoti fra le periferie. Il verde deve diventare l'armatura sostenibile di domani”.

“Cagliari deve abbracciare una visione tridimensionale della città, sulla scia di altri esempi nel mondo. Primo fra tutti Tokyo, per la pulizia maniacale dei dettagli e le sue geometrie e poi ancora Francia e Olanda”. Via le macchine dai bordi delle strade a intasare il traffico dei pedoni, per lasciare spazio ai viali alberati, alle fioriere, con la creazione di parcheggi sotterranei nascosti alla vista dell'uomo da aree verdi in superficie.

I costi? Si risolvono sfruttando le energie rinnovabili, con canali di raccolta e riciclo dell'acqua, pannelli solari, tetti giardino; aprendo le porte agli investimenti privati, con l'affidamento in affitto di aree per la ristorazione, che attualmente coprono il 12% delle spese di gestione, su esempio delle attività avviate al parco di San Michele o di Monte Urpinu.

“Il tema del verde necessita di un piano sistemico – continua Campus – che rientra nell'idea più grande di città sostenibile, compatibile con i tempi e con le necessità di una popolazione in continuo cambiamento, anche demografico. Se rendiamo l'andar a piedi la miglior attrattiva per i cittadini abbiamo già ottenuto un gran risultato.”

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