La tredicesima puntata di “ISRE presenta”, in onda giovedì 17 dicembre 2009 su INFOCHANNELTV alle 21, propone la breve fiction “A casa” di Andrea Caboni e il documentario “Il lino a Busachi” di Ignazio Figus.
“A casa”, prodotto dall'ISRE nel 2004 attraverso il concorso AViSa, racconta l’ultimo giorno di vita di Giovanni, anziano e distinto signore di origine sarda trapiantato a New York.
Tutto ciò che sappiamo di lui, lo apprendiamo seguendolo all’interno di una mostra di tappeti sardi allestita in un museo newyorkese. Giovanni si commuove osservando le fotografie, i capolavori artigianali e gli strumenti di lavoro provenienti dalla sua terra d’origine. Attraverso una serie di flashback, torniamo agli anni della sua infanzia nell’isola, meravigliosa e selvaggia.
Il museo sta per chiudere e una guardia giurata comincia la sua ronda per invitare gli ultimi visitatori ad uscire: giunto quasi alla fine del percorso, scopre Giovanni disteso su un tappeto.
La guardia, agitata e preoccupata, avvicina il vecchio e, solo dopo averlo scosso ripetutamente, si rende conto che è ormai troppo tardi: Giovanni è morto. Quasi come se, attraverso quel tappeto, avesse scelto di morire non a New York, ma nel luogo che, più di ogni altro, abitava nel suo cuore e nei suoi pensieri.
“Il lino a Busachi”, realizzato tra il 1996 e il 1997, è una rigorosa documentazione cronologica delle fasi di produzione e lavorazione del lino a Busachi, piccolo centro del Barigadu (Sardegna centrale). La riproposizione, voluta dalla locale associazione culturale "Collegiu", si è avvalsa del sostegno dell'Ente Regionale di Sviluppo e Assistenza Tecnica in Agricoltura (ERSAT) e ha visto coinvolti numerosi anziani del paese, detentori del "saper fare" per la coltivazione e per le successive lavorazioni della fibra.
La quattordicesima e ultima puntata della trasmissione “ISRE presenta” andrà in onda mercoledì 23 dicembre. Questo ciclo di trasmissioni si concluderà con la visione di due pluripremiate produzioni dell'ISRE: “L'arbitro” di Paolo Zucca e “Il Mare” di Salvatore Mereu.
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