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Sul concetto di volto nel figlio di Dio Spettacolo di Romeo Castellucci al Teatro Massimo

19 novembre 2015, 13:03
Per la stagione di Sardegna Teatro dal 20 al 22 novembre 2015 a Cagliari.

Dal 20 al 22 novembre va in scena al Teatro Massimo di Cagliari lo spettacolo “ Sul concetto di volto nel figlio di Dio” di Romeo Castellucci/Societas Raffaello Sanzio, compagnia di punta della ricerca contemporanea nazionale e internazionale.
Al centro dell'opera una riflessione cruda e sconcertante sull'insensatezza e la caducità della vita umana, rispecchiata nel rapporto quotidiano tra un padre ormai vecchio e incontinente e il figlio chiamato, per amore e obbedienza, ad accudirlo ossessivamente nelle sue mancanze e necessità. Sullo sfondo, impassibile e magnifico, campeggia Il Cristo Salvator Mundi di Antonello da Messina, qui iconografia di una sofferenza universale priva di redenzione.

Lo spettacolo è inserito nella stagione 2015/16 di Sardegna Teatro.

ticket: 20€ intero – 15 € ridotto

SUL CONCETTO DI VOLTO NEL FIGLIO DI DIO

dal 20 al 22 novembre 2015
di Romeo Castellucci
Produzione: Socìetas Raffaello Sanzio
Regia: Romeo Castellucci
con: Gianni Plazzi, Sergio Scarlatella Dario Boldrini, Vito Matera e Silvano Voltolina
Musiche: Scott Gibbons

Date spettacoli: 
Venerdì, 20 Novembre, 2015 - 21:00
Sabato, 21 Novembre, 2015 - 21:00
Domenica, 22 Novembre, 2015 - 19:00
M1

Collaborazione all’allestimento: Giacomo Strada
Realizzazione oggetti: Istvan Zimmermann, Giovanna Amoroso
Pedagogia: Silvano Voltolina
Tecnica del suono: Marco Canali, Matteo Braglia; Luci: Fabio Berselli, Luciano Trebbi; Attrezzeria: Vito Matera
in Coproduzione con: Theater der Welt 2010, Théâtre National de Bretagne / Rennes, deSingel international arts campus / Anversa, The National Theatre / Oslo Norvegia, Barbican London and SPILL Festival of Performance, Chekhov International Theatre Festival / Mosca, Holland Festival / Amsterdam, Athens Festival, GREC 2011 Festival de Barcellona, Festival d’Avignon, International Theatre Festival DIALOG Wroclaw / Polonia, BITEF (Belgrade International Theatre Festival), Foreign Affairs I Berliner Festspiele 2011, Théâtre de la Ville–Paris, Romaeuropa Festival 2011, Theatre festival SPIELART München (Spielmotor München e.V.), Le Maillon, Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne, TAP Théâtre Auditorium de Poitiers - Scène Nationale, Peak Performances @ Montclair State-USA
La performance “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” è stata presentata prima a Essen e poi ad Anversa e ha rappresentato la prima parte di quello che è poi diventato un dittico insieme a: “Il velo nero del Pastore”
Questo è l’inizio. Voglio incontrare Gesù nella sua lunghissima assenza. Il volto di Gesù non c’è. Posso guardare i dipinti e le statue. Conosco più di mille pittori del passato che hanno speso metà del loro tempo a riprodurre l’ineffabile, quasi invisibile, smorfia di rammarico che affiorava Sulle sue labbra. E ora? Lui ora non c’è.
Quello che più di tutto si fa largo, in me, è il volere. E’ mettere insieme il volere e il volto di Gesù: io voglio stare di fronte al volto di Gesù, là dove ciò che più mi stupisce è la prima parte della frase: io voglio.
R.C.
Romeo Castellucci si rivolge ancora una volta a un’icona apicale della storia umana: Gesù, a partire dal quale perfino il tempo si misura per la maggior parte del globo. Nella performance “Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" il ritratto di Gesù parte dalla pittura rinascimentale e in particolare nel momento topico dell'Ecce Homo. In questo preciso istante la tradizione vuole che il Cristo guardi negli occhi lo spettatore in un potente effetto di coinvolgimento drammatico di interrogazione. In questa confusione calcolata di sguardi che si toccano e si incrociano, il ritratto del Figlio di Dio diventa il ritratto dell'uomo, di un uomo, o perfino dello spettatore stesso. E così, nello spettacolo, lo sguardo di Cristo diventa una sorta di luce che illumina una serie di azioni umane, buone, cattive; schifose o innocenti.
"Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" non parla di Gesù né di adorazione, non ha un carattere sociale di denuncia e non vuole essere facilmente provocatorio. Romeo Castellucci allo stesso tempo prende le distanze dalla mistica e dalla demistificazione, perché in definitiva si tratta del ritratto di un uomo. Un uomo messo a nudo davanti a altri uomini; i quali, a loro volta, sono messi a nudo da quell'uomo.
 “J” impone a partire dal titolo una sigla che sintetizza al massimo grado il nome “Jesus”, Gesù, un nome così presente per milioni di uomini della Terra, da divenire quasi invisibile perché profondamente implicito. Presente al di là della coscienza e della scienza; al di là del sentimento e della storia; essenzialmente e radicalmente presente, a prescindere dalla propria volontà. Un nome, in qualche modo, subìto dal solco di un’esperienza millenaria di riferimenti.
“Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” affronta nodi ricorrenti nel teatro della Socìetas Raffaello Sanzio: la religione concepita nel suo humus di simboli e rituali, radice comune al teatro stesso, senza alcuna accezione mistica o teologica.  

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