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TEATRO MASSIMO. Inaugura con Kinshasa Electric, Gavino Murgia, Canada/Belgio/Congo/Sardegna

29 settembre 2015, 17:44
Partenza esplosiva e internazionale per la riapertura autunnale del Teatro Massimo. Il 2 ottobre inaugurazione ufficiale della stagione 2015/16 al Teatro Massimo.

In arrivo da Canada/Belgio/Congo una compagnia di tre danzatori da Kinshasa e una dj dal Belgio sotto la direzione di Ula Sickle regista di origini canadesi che risiede a Berlino. Lo spettacolo nato da un progetto nella capitale del Congo, a Cagliari al suo debutto nazionale, vuole indagare le connessioni culturali e gli scambi possibili in un mondo globalizzato, per questo a rappresentare la cultura dell’isola ci sarà un ospite d’eccezione, il polistrumentista Gavino Murgia.

A seguire party per i 20 anni di Radio X con i dj storici in consolle.

Grazie a internet e a una serie infinita di nuove tecnologie di comunicazione, la distanza geografica non rappresenta più un ostacolo alla mobilità. Oggi siamo in grado di viaggiare senza lasciare la nostra sede. Possiamo contemporaneamente ritrovarci qui e altrove. L'effetto di iper-mobilità di oggi sulla cultura è ovviamente enorme. Continuamente, milioni di espressioni culturali stanno circolando online e offline. Si attraversano, si mescolano. Questa mobilità ha portato ad una maggiore ricchezza culturale. In tutto il mondo, stessi generi, canzoni, passi di danza, e stili di vita emergono. (Ula Sickle)

KINSHASA ELECTRIC
idea e regia Ula Sickle
creazione, performance, stile Popaul Amisi, Daniela Bershan, Jeannot Kumbonyeki Deba, Joel Makabi Tenda

musica & live sound Baba Electronica (Daniela Bershan)

scenografia Ula Sickle, Daniela Bershan
disegno luci Ula Sickle, Gwen Laroche
drammaturgia Sébastien Hendrickx


Special Guest – Gavino Murgia

La coreografa Ula Sickle indaga le connessioni e gli scambi possibili in un contesto globalizzato, siano questi di ordine culturale che commerciale.
Partendo da un approccio formale e coreografico, in Kinshasa Electric osserva e evidenzia le frontiere sfuocate tra l’Occidente e l’Africa, tra la cultura popolare e la cultura colta, tra l’arte e il commercio, l’autenticità e l’opportunismo. In scena, quattro danzatori e una dj provenienti da Kinshasa esplorano le danze più popolari del momento, liberando sul palcoscenico tutta la loro energia. Ci raccontano dei loro desideri, delle loro delusioni, ma anche del loro presente e della loro visione del futuro.
Le loro voci individuali scrivono una storia collettiva attraverso i movimenti che provengono dalla loro cultura. “Perché continuiamo a danzare mentre la società intono a noi continua a tessere una ragnatela che ci imprigiona?” Ula Sickle mette in discussione le nostre certezze postcoloniali e le nostre idee precostituite sull’arte proponendoci un generoso processo di scambio culturale.

Ula Sickle, canadese di origine lavora attualmente in Belgio. 
Il suo approccio coreografico include spesso altre discipline fino ad esplorare linguaggi multimediali e delle arti visive. Negli ultimi anni la coreografa si è avvicinata al mondo dei nightclub di Kinshasa affascinata dai nuovi stili di danza che nascono e si diffondono nelle periferie urbane che si basano sull’intreccio di diverse identità lontane dalla cultura e dalla tradizione della danza occidentale.

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