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Recital di Francesco Libetta

31 marzo 2015, 16:03
Venerdì 3 aprile alle ore 19.00 Teatro Massimo, Sala MiniMax
Francesco Libetta
Francesco Libetta

Parte 1 di 2

Francesco Libetta- pianoforte

Musiche di Camillo Togni, Anton Webern, Francesco d'Avalos, Richard Wagner,
Franz Liszt, Georg Friedrich Händel, Ludwig van Beethoven

La Stagione Concertistica 2015 degli Amici della Musica entra nel vivo venerdì 3 aprile alle 19.00al Teatro Massimodi Cagliari– nella Sala MiniMaxcon il Recitaldel pianista Francesco Libetta, che proporrà un affascinante itinerario tra accenti barocchi e sonorità contemporanee, e un excursus tra i riti del Venerdì Santo sulle note del “Parsifal”. A dare il la un'interessante Seconda Partita Coralesu Preludi corali di Bachfirmata da Camillo Togni, uno tra i più significativi esponenti dell'avanguardia italiana del secondo Novecento, e dedicata ad Arturo Benedetti Michelangeli; spazio poi alle Variazioni per pianoforteop. 27 di Anton Webern(datate 1936), e ai Preludî II e IXdel napoletano Francesco d'Avalos(scomparso un anno fa). Il senso del sacro in Widmungsblatt aus Messa in die Parsifaldi Richard Wagner; poi il celeberrimo e virtuosistico Mephisto-Walzerdi Franz Liszt; la Suite in Si B (HWV 440) di Georg Friedrich Händel e infine la splendida Sonata Op. 109di Ludwig van Beethoven.

Virtuosismi sullo strumento a tastiera e pagine ispirate – con un implicito rimando alle celebrazioni del Venerdì Santo – con il Recital del pianista Francesco Libetta, protagonista venerdì 3 aprile alle 19.00al Teatro Massimodi Cagliari– nella Sala MiniMaxper un nuovo appuntamento con la Stagione Concertistica 2015 degli Amici della Musica, in un raffinato e avvincente gioco di accostamenti e contrasti tra capolavori del Barocco e del Romanticismo e moderne partiture.

Focus sull'arte del pianoforte con un programma decisamente eclettico che si apre con la Seconda Partita corale su Preludi corali di Bachdatata 1976 e dedicata ad Arturo Benedetti Michelangelida Camillo Togni(1922-1993), compositore lombardo, tra gli alfieri della musica dodecafonica in Italia sulle tracce di Arnold Schönberg, e decisamente influenzato in seguito dall'opera di Webern e dalle teorie dello Strutturalismo.

Una preziosa antologia - dal carattere Grave e solenne di “Das Alte Jahr vergangen ist”(Il vecchio anno è passato) al Largo di “Alle Menschen müssen sterben”(Tutti gli uomini devono morire), e ancora la forma dell'Adagio per “Christ lag in todesbanden”(Cristo giaceva nelle bende della morte) alla Fughetta su “Gelobet seist du, Jesu Christ”(Benedetto sei tu, Gesù Cristo) che diventa un Allegro Moderato e per finire – Un poco più Moderato - “Der Tag, der is so freudenreich”(Il giorno che è così pieno di gioia) – in cui note ispirate del grande maestro tedesco rivivono in una trascrizione pianistica di grande bellezza ed efficacia.

 

La trasfigurazione sonora dei Preludi di Johann Sebastian Bach fa pendant con le Variationen für Klavier Op.27 (1936)firmate da Anton Webern (1883-1945) – nei tre movimenti Sehr mäßig(Assai moderato), Sehr schnell(Molto veloce) e Ruhig fließend(Calmo, Fluente): un'opera emblematica della temperie culturale di inizio Novecento, con l'affermarsi della musica dodecafonica e più tardi del serialismo, dalla rigorosa e insieme affascinante architettura, in cui il nucleo tematico originale viene declinato e moltiplicato in una sorta di esposizione paradigmatica delle possibilità espressive implicite nella visione schönberghiana della pantonalità.

In una perfetta simmetria – orizzontale e verticale – le variazioni che sembrano irradiarsi da un primo cristallo musicale, in una struttura squisitamente speculare nella prima parte, in cui le mani percorrono serie differenti, per poi scambiarle, ottenendo dalla sovrapposizione di originali e retrogradi la sequenza delle dodici note della scala cromatica; mentre il secondo movimento, particolarmente conciso, formato da ventidue battute ribattute due volte, è giocato su sottili equilibri e interne dinamiche, con felice corrispondenza tra pensiero astratto e ascolto concreto; e la terza rappresenta una summa dell'opera, apparentemente nel segno della tradizione, ma attraverso un'originale combinazione degli elementi precedenti, secondo una chiara e imprescindibile estetica musicale.

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