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Startup in ascesa dal Contamination Lab

Autore: Silvia Fanzecco,
16 febbraio 2015, 10:41
La finale di venerdì pomeriggio: premi notevoli per i giovani imprenditori dell’innovazione.
Contamination Lab
Contamination Lab

La contaminazione per il secondo anno consecutivo ha dato i suoi frutti: tanti ragazzi si sono lasciati contagiare dal fascino del mondo dell’impresa, un modo di fare impresa di tipo nuovo che premia le idee, il rigore, la disciplina, il guizzo di genio che scocca da gruppi eterogenei per competenze, età, carriere, accomunati dall’ambizione di trasformare quell’intuizione geniale in qualcosa di concreto e credibile: un Lavoro e un guadagno. Il destino delle nuove generazioni non può essere più il posto fisso nell’ amministrazione, ma si aprono prospettive diverse per, un mondo del lavoro che si lega a quello dell’innovazione, con nuove regole, nuove pretese e soprattutto nuove forme di aggregazione, un sistema di lavoro che si basa sulla creazione di team, gruppi dove ogni persona vale singolarmente per quello sa fare e può dare, è parte di un insieme ed è fondamentale come il tassello di un mosaico.

 

Startup innovative, ecco cosa succede quando un gruppo di persone decide di cooperare, di unire menti, corpi, idee e saperi diversi, per creare prodotti, servizi e tecnologie originali, innovative, che puntano al miglioramento della vita. Giovani neo-imprenditori, studenti e appassionati, desiderosi di costruirsi un futuro, di asfaltare una strada utilizzando le proprie forze, le proprie qualità e competenze. Questo è il Contamination Lab: un'occasione, un'opportunità per tutti quelli che sono disposti a mettersi in gioco al 100%, dimostrando e scoprendo quanto e cosa sono in grado di fare. Il C-lab, il laboratorio per imparare ad essere C-onvincenti, C-redibili, C-apaci. Lavorare insieme per raggiungere obiettivi alti, per conquistarsi la fiducia del mondo del mercato e degli investitori, quelli che nel mondo del mercato ci vivono da tempo, e che da tempo hanno capito come il vento sia cambiato e che un cambio di rotta è d’obbligo se si vuole stare a galla. Il sistema delle start-up impone necessità, sfide e dinamiche nuove, da capire e interpretare per poter sfruttare al meglio i vantaggi che offre un modello di fare impresa come questo: un ecosistema che cresce in termini di diversità, ricchezze possibilità per molte persone, non è una moda passeggera, “non è una forma di occupazione surrettizia, fa parte di una filiera dell’innovazione, nella quale devono entrare le grandi imprese finanziando. Non è possibile pensare all’innovazione come una filiera lineare, le startup sono una figura per l’Italia ormai consapevole, sono aziende che nascono in maniera molto diversa rispetto al passato, nascono per costruire qualcosa che non si era mai visto, quindi non si sa se funzioneranno, ma devono essere riconosciute , il primo sistema di riconoscimento è la rete sociale nella quale nascono, poi c’è il mondo finanziario, quello pubblico e il mondo delle grandi imprese. Il mondo delle start-up oggi riguarda tremila aziende con circa venti mila persone coinvolte, ed è quindi una questione importante” afferma con profonda convinzione Luca De Biase, moderatore della serata finale del Contamination Lab: la risposta compatibile con i nostri tempi, un’iniziativa, organizzata da due anni dall’Università di Cagliari, che seguendo la definizione di Chiara Di Guardo, responsabile della formazione del Clab Cagliari, ha come obiettivo primario quello di “costruire un ponte tra quelle che sono le conoscenze e le competenze di tutte le persone coinvolte all’interno dell’Università e l’imprenditorialità territoriale”. Il laboratorio è impostato in modo da mostrare ai partecipanti le eccellenze, in termini di conoscenze, a cui attingere per creare immaginari nuovi e personali. “L’interdisciplinarietà e il coinvolgimento sono la chiave di questo percorso, e l’università ha cercato di mettere in moto tutta se stessa in tutte le sue parti per offrire opportunità vaste che i ragazzi hanno saputo poi combinare”. I partecipanti decidono di unirsi in gruppi, sviluppare un'idea di prodotto o servizio che sia innovativo, semplice, utile ed economico, l'obiettivo è quello di studiare al meglio ogni fase di vita del prodotto per capire se questo possa avere un valore di mercato ragionevole e possa convincere investitori e aziende, esperte nel settore marketing, a finanziare la realizzazione concreta del prodotto. “I team non hanno lavorato come unità chiuse, ognuno portava con se un bagaglio di conoscenze che ha messo a disposizione degli altri, hanno lavorato come sistema, e il successo della migliore idea è il successo di tutti quelli che hanno partecipato mettendo il proprio mattoncino in questo ponte che abbiamo provato a costruire” sottolinea entusiasta la dottoressa Di Guardo.

 

Il Contamination lab parte da un concetto di educazione imprenditoriale inteso come metodo e non processo, non nasce con il presupposto di prendere vasi vuoti da colmare ma esattamente l’opposto, pone le basi per il ponte, segnando un percorso da seguire, crea problemi e chiede soluzioni. Coinvolge inoltre partner esterni che sostengono il progetto, offrendo opportunità e premi consistenti: sono imprese private, investitori importanti ed esperti nel mondo dell’innovazione come Mario Mariani di The net value, open campus di Tiscali, il Crs4, e Augusto Coppola di Innovation lab, uno dei principali mentor che ha accompagnato 19 gruppi nelle diverse fasi di un percorso, che insegna come “la vita è una roba nella quale non ci stanno scelte facili, che le persone diventano e sono le scelte che fanno”.

Sette minuti, un rapido discorso preparato nei dettagli per presentare al meglio la propria idea alla giuria, fatta di potenziali investitori, molta determinazione ed essere convinti che la propria idea possa davvero fare la differenza nel mondo del mercato, sono gli ingredienti per avere successo ed emergere. Questo hanno cercato di fare anche gli 8 finalisti di quest'anno che, a turno, con tanta emozione hanno cercato di valorizzare al meglio il prodotto, frutto di un duro lavoro che per mesi hanno dovuto portare avanti con tutte le difficoltà che un mestiere come quello dell'imprenditore comporta. Hanno dimostrato di avere la disciplina, la capacità di mettersi in gioco, dare il 101 per cento ogni singolo giorno, non arrendersi mai di fronte agli ostacoli e continuare a credere, migliorarsi con determinazione e tanta voglia di fare. Visi stanchi ma soddisfatti, hanno saputo risvegliare nel pubblico quella scintilla di speranza in un futuro possibile anche per le nuove generazioni, in un'alternativa positiva e ottimista.

Vacanze personalizzate con Babaiola, curare il pollice verde con Bloomsai, ciclisti al sicuro con la cintura di Glowee, il sensore per non udenti di IntediME, Myfermo per gestire la tua musica direttamente dai pantaloncini da corsa, Naustrip per gite in barca da sogno, sviluppa il pensiero laterale con Newmes e infine lasciati organizzare la festa da twinklEV sono le otto visioni innovative e originali che hanno concorso per conquistarsi gli importanti premi in palio: il primo, conquistato da intendime, prevede un viaggio a New York e la partecipazione alla finale dell'Innovaction lab, il festival che premia l'innovazione tecnologica imprenditoriale; il secondo e il terzo, assegnati a Newmes e Naustrip, consistono rispettivamente in due mesi di incubazione offerti da Open Campus e The Net Value. Tirando le somme, tutte hanno sviluppato un progetto solido dimostrando che un posto nel mondo delle start-up per loro ci può essere, sicuramente andranno avanti forti di un'esperienza fondamentale e indimenticabile consapevoli del fatto che “non c’è nessuna idea senza visione, non c’è nessun successo senza il lavoro duro, non c’è passione senza emozione, non c’è amore senza dolore , non c’è stare insieme se non c’è rispetto, non c’è risposta senza una domanda, non c’è fiducia senza esperienza, non c’è futuro senza sogni, e non c’è una sola scusa per non farcela”(Anonimo). 

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