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"La notte che arrivò l’inverno" da Michail Afanas’evic Bulgakov

9 settembre 2014, 14:42
All’interno della XII edizione del Marina Café Noir Festival, giovedì 11 settembre alle ore 22:00 presso il Giardino sotto le mura
"La notte che arrivò l’inverno" da Michail Afanas’evic Bulgakov

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BIO

Francesco Frongia, nato a Cagliari nel 1972, vive e lavora a Firenze dove insegna alla Scuola Internazionale di Comics. Ha pubblicato "Giotto", Kleiner Flug 2013, "Fascia Protetta" Double Shot 2009, “Materiali ai margini di un viaggio” Double Shot 2008, ha collaborato con lo studio ”Inventario” di Giuseppe Palumbo realizzando illustrazioni per l’editoria scolastica (Cappelli Editore,Zanichelli) e dal 2003 collabora con lo studio di decorazione “Artemisia restauro” di Firenze, per la realizzazione di affreschi e acquarelli.

Musica Ex Machina. Sulle scene da quasi un decennio, con cinque album all'attivo (l'ultimo,"La notte che arrivò l'inverno" 2014), hanno suonato con grandissimi musicisti quali : Louis Sclavis, Roy Paci, Daniele Sepe, Marco Rovelli, Victor See Yuen, Cecilia Smith, Kenny Brawner, Fred Johnson, Hasan Bakr partecipando alle edizioni 2008 e 2009 dell'European Jazz Expo, al Festival du Verbier 2010, all'edizione 2011 del festival "Ai Confini tra Sardegna e Jazz", ed esibendosi in numerosi contesti nazionali ed internazionali.
Le composizioni che portano in scena sono tutte originali, frutto di un'estrema libertà espressiva e della ricerca di un sound che permette di armonizzare musica contemporanea colta, elettronica, musica popolare, sudamericana, orientale, in una dinamica di tipo jazzistico, all'insegna della libera improvvisazione, esplorando generi e linguaggi ricondotti al comun denominatore del quartetto, del suo sound e della capacità di costruire una tessitura complessa e dinamica di suoni. “Da tempo il jazz è diventato più che un genere un clima culturale, un vasto fiume nel quale arrivano affluenti provenienti da ogni ambito della cultura sonora... Non per questo si può dire che non esista più il jazz: si può affermare che suonare jazz significa ancora avere a che fare con l'improvvisazione, con l'enfasi data alla componente ritmica, e con una tradizione afroamericana che ne costituisce l'imprescindibile radice. “

www.musicaexmachina.eu

https://www.facebook.com/notte.inverno?fref=ts

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