“Una regione martoriata dall'inquinamento” è stata definita in questo modo la Sardegna dal comitato non “Bruciamoci il futuro”, che questa mattina ha presentato nella sala ex giunte del palazzo civico un “Manifesto di intenti” nel quale si analizzano le criticità presenti nei vecchi piani regionali rifiuti ed energia e avanzano proposte affinché la Regione si doti di nuovi piani per l’energia e la gestione dei rifiuti che puntino alla dismissione delle grandi centrali di produzione a combustione e degli inceneritori.
Il coordinamento sardo “Non bruciamoci il futuro”, è stato costituito nel 2011, ed è composto da circa trenta comitati, che da anni si battono per la sensibilizzazione verso i temi ambientali in particolare per il riciclo dei materiali post-consumo e il superamento definitivo dell’incenerimento e delle combustioni nella gestione del ciclo dei rifiuti e nella produzione di energia .
“Sul fronte rifiuti - ha spiegato Franca Battelli esponente del comitato non bruciamoci Macomer - il piano regionale dei rifiuti e quello energetico ambientale attuali, sono stati adottati dalla giunta regionale, ma mai trasformati in legge. I due piani sono ormai superati e non esiste uno nuovo. Si vogliono mantenere in vita i vecchi inceneritori e costruirne nuovi, mentre si dovrebbe potenziare la raccolta differenziata, i rifiuti devono essere considerati un bene post consumo. ”
“I dati sono allarmanti, la Sardegna è la regione d'Italia con maggiore produzione di co2, - ha aggiunto Vincenzo Nugheddu componente dell'Isde Sardegna Medici per l'ambiente- 445 mila ettari di terra corrispondenti a 1/6 delle nostre isola, sono stati compressi. E sono rischio altri centomila a causa della per la costruzione di nuovi impianti e inceneritori”.
Nel “Manifesto di intenti” redatto dai comitati, si chiede quindi la dismissione degli inceneritori delle grandi centrali a combustione, il potenziamento della raccolta differenziata, e il recupero e riciclo dei materiali post consumo.
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