Reportage

La festa di Sant’Efisio: l’importante compito degli organizzatori

Autore: Eleonora Manca,
28 aprile 2014, 12:03
Il dietro le quinte dell’importante manifestazione di maggio tra devozione e tradizione.
Festa di Sant'Efisio a Cagliari - l'Arciconfraternita

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La Festa di Sant'Efisio è importantissima per i cagliaritani, ed in particolar modo per gli abitanti del quartiere storico di Stampace, dove ha sede la chiesa dedicata al martire.

L'origine dei festeggiamenti è da ricercare nel 1652. Quell'anno Cagliari venne colpita da una durissima pestilenza e numerosissimi furono i morti. Nel 1656, l’Amministrazione Comunale facendo un voto pregò Sant'Efisio di liberarla dall'epidemia, che fortunatamente in pochi mesi cessò.

Da allora, la cittadinanza e il Comune di Cagliari si impegnarono ad onorare il santo e ringraziarlo per la grazia ricevuta, sciogliendo il voto dedicandogli ogni anno quattro giorni di festa.

Organizzare la Festa di Sant'Efisio è molto impegnativo. Ciò che noi vediamo, una processione scandita perfettamente nei suoi tempi, con i colori dei costumi tradizionali, le “traccas” e i cavalieri, è il risultato dell'unione del lavoro di diverse persone che stando “dietro le quinte” ci permettono ogni anno di assistere ad uno degli avvenimenti più belli e ricchi di significato di tutta l'Isola.

L'onore e l'onere di organizzare i festeggiamenti religiosi va all'Arciconfraternita del Gonfalone di Sant'Efisio, fondata nel 1539 da papa Paolo III.

Ci facciamo raccontare quali sono i compiti dell'Arciconfraternita dal suo Presidente, detto anche Primo Guardiano, Mario Maffa. Messinese di origine ma sardo e soprattutto cagliaritano da oltre quarant’anni. “Mio padre era siciliano. Quando lui morì, mia madre, stampacina, decise di tornare a Cagliari dove viveva la sua famiglia. Ed è così che dall'età di vent'anni vivo a Cagliari”.

Compito dell'Arciconfraternita è sciogliere il voto fatto nel 1656, ma non solo. Durante l'anno ci sono altre tappe importanti.

La prima ricorre il 15 gennaio, giorno del martirio di Sant'Efisio, decapitato nel 303 a Nora. Efisio era un militare originario di Elia, città situata nell'odierna Turchia, arruolato nelle truppe romane di Diocleziano con lo scopo di combattere il cristianesimo. Giunto a Cagliari però si convertì anch’esso alla fede cristiana e così venne processato, torturato, e infine condannato a morte per decapitazione.

“In questa data - dice Mario Maffa-  alle ore 18 si svolge una processione per le vie del quartiere di Stampace, alla quale partecipano il Sindaco di Cagliari e le autorità comunali, oltre a numerose persone in abito tradizionale. Segue la Santa Messa, officiata dall'Arcivescovo di Cagliari, nella chiesa dedicata proprio a Sant'Efisio”.

Anche la Settimana Santa tiene occupati i confratelli: “Giovedì Santo dopo la Messa Coena Domini, in cui si ricorda l'ultima cena di Gesù Cristo con gli apostoli, il simulacro di Sant'Efisio con il pennacchio nero, in segno di lutto -scolpito nel Settecento dallo scultore Giuseppe Antonio Lonis di Senorbì- viene portato in processione per le “Sette Chiese” del centro storico, simbolo delle sette stazioni della Via Crucis”. Il giorno seguente, Venerdì Santo, il Cristo Morto in lettiga e la Madonna Addolorata, partendo dalla Chiesa di Sant'Efisio vengono portati in processione per le vie stampacine.

La Domenica di Pasqua viene celebrato il rito de “S'Incontru”. Le statue della Madonna e del Cristo Risorto, partendo rispettivamente dalla Chiesa di Sant'Anna e da quella di Sant'Efisio, si incontrano nel Corso Vittorio Emanuele, e dopo essersi salutate con un triplice inchino, proseguono verso la Chiesa di Sant’Efisio in cui verrà celebrata la Messa.

Anche il Lunedì dell'Angelo è dedicato allo scioglimento di un voto: nel 1793, Cagliari venne assediata dalle navi francesi che bombardarono con i cannoni la città. Venne allora invocata per la seconda volta la protezione del Santo. Una tempesta di vento allontanò le navi nemiche dalle coste isolane, e Cagliari fu salva. “In segno di ringraziamento- aggiunge il Presidente dell’Arciconfraternita- il simulacro di Sant’Efisio viene portato in processione dalla chiesa di Stampace fino alla Cattedrale in Castello, accompagnato dai confratelli vestiti con abiti penitenziali”.

Nella chiesa dedicata al Martire è possibile vedere alcuni spezzoni delle bombe che i cannoni francesi spararono sulla città.

“Infine- conclude Mario Maffa- la terza domenica del mese di ottobre, si celebra la festa della Madonna del Riscatto, protettrice dell'Arciconfraternita del Gonfalone, preceduta da tre giorni di preghiere”.

Chiedendo al Presidente dell'Arciconfraternita quale sia il giorno più duro e difficile dal punto di vista organizzativo, ci sentiamo rispondere in tutta sincerità che “per i confratelli è una gioia partecipare a questi riti, e mai essi vengono sentiti come un peso o un lavoro”.