Reportage

Quattro firme del giornalismo sardo parlano del futuro dell’Informazione.
Informazione e internet
Informazione e internet

Il futuro della carta stampata

A scendere non è il numero di lettori ma quello di chi è disposto a mettere mano ai portafogli in edicola o per abbonamento. Complice la crisi economica e l’accesso gratuito alle notizie sul web, anche per il 2010 gli editori dei giornali hanno subito un calo delle vendite. Una diminuzione che a Settembre è stata di 200 mila copie rispetto a quelle vendute nello stesso periodo del 2009 , in base all’ultimo censimento della Fieg (Federazione Italiana degli Editori di Giornali).
Lo stato di crisi apparente dell’informazione spinge alcuni esperti in materia a preannunciare la prossima scomparsa del giornale di carta, con buona pace di chi lo considera una garanzia di qualità dell’informazione. Di parere in parte diverso 4 autorevoli firme del giornalismo sardo (Francesco Birocchi, Gianni Filippini, Giacomo Mameli e Filippo Peretti , in rigoroso ordine alfabetico), che hanno risposto agli interrogativi sul futuro dell’informazione nell’era di Internet e sulla qualità giornalistica a disposizione dei lettori.

Francesco Birocchi, presidente dell’Associazione della Stampa Sarda e noto giornalista Rai, non scorge al momento pericoli all’orizzonte per la carta stampata “Quando esce, un nuovo media si sovrappone agli altri e crea una maggiore concorrenza anche sul piano commerciale. Non credo però che alla fine Internet provocherà grossi problemi alle aziende editoriali. Quasi tutte sono affacciate sul web gestendone la gran parte dell’informazione . Al momento,è vero, il Web sta cominciando a dare soddisfazione solo alle aziende editoriali più grosse (ad esempio i siti di Repubblica e Corriere della Sera vanno bene), Per gli altri in effetti può ancora costituire un peso economico fino a quando non impareranno a gestire il mezzo. Allora potranno recuperare in Rete le perdite subite dal calo delle vendite”.

Disegnando il volto futuro del giornalismo, Birocchi pronostica tratti mutati ma senza traumi “Indubbiamente la Rete è un’opportunità in più per l'informazione. Ogni volta che nasce un nuovo mezzo, l’informazione cambia: è accaduto con l’arrivo della radio prima e della televisione poi. Adesso che Internet sta dilagando e chiaro che tutti gli altri mezzi dovranno rapportarsi a questa nuova situazione. La possibilità di essere informati 24 ore su 24 e soprattutto quando lo vogliamo porta i giornali a essere diversi. Però chi prevedeva la scomparsa dei giornali dovrà rivedere i suoi calcoli”.

Ottimista sulla sorte del giornale di carta anche Gianni Filippini, direttore editoriale dell’Unione Sarda, il primo quotidiano italiano a essere sbarcato su internet nel 1994 “Io non vorrei essere condizionato dal fatto che ho dietro di me cinquant'anni di attività giornalistica nella carta stampata e nell'Unione Sarda in particolare, con esperienze anche in altri mezzi come televisione e radio. Sono comunque convinto che la carta stampata (e come carta stampata intendo non solo i quotidiani ma anche i libri), non sia destinata a scomparire o perlomeno scomparirà in tempi lunghi. Ad ogni modo, sono necessarie forme d’interazione e di collaborazione con gli altri mezzi: Siti web, giornali radio e televisione, non possono più agire in modo isolato, devono essere un intreccio di collaborazioni e di sinergie, altrimenti ricevono contraccolpi negativi”. L’evoluzione in corso e il prezzo salato dell’adeguamento costringono le case editrici a nuove strategie. “Al costo del lavoro si sopperisce in due modi: con una diminuzione degli addetti e con il coinvolgimento maggiormente produttivo di quelli che conservano o conquistano il posto di lavoro. Le aziende editoriali, anche quelle regionali , stanno riducendo gli organici. Alcune leggi, proprio in funzione degli alti costi,, consentono i pensionamenti agevolati considerando che un lavoratore con una certa anzianità in azienda ha un costo superiore al neoassunto . Andiamo quindi verso un cambio generazionale, utile per una nuova mentalità, per freschezza d’idee, per forze più impegnabili. Il rischio però è di dover fare a meno dell’esperienza, un valore invece irrinunciabile in qualsiasi attività produttiva”. E’ l’unione che fa la forza “Il giornalismo sta vivendo questa stagione di transizione in modo spesso drammatico. Alcune testate hanno chiuso, altre rischiano di farlo . Bisognerà trovare il modo sempre più convinto e più realistico di creare sinergie all'interno delle aziende perché il risultato finale coinvolga tutti senza escludere nessuno” Avanti quindi senza timori concorrenziali “l'informazione fornita attraverso altri strumenti è più tempestiva. Ma non è concorrenziale se i giornali fanno bene quello che è il loro compito principale: non solo dare notizie ma anche chiavi di lettura di avvenimenti e personaggi, agevolando il lettore nella visione realistica di quello che accade, Una ricostruzione completa ed equilibrata, separando le notizie dai commenti”

Giacomo Mameli, tra i più accreditati giornalisti isolani degli ultimi decenni, crede alla sopravvivenza della carta stampata “Quotidiani e periodici sono destinati naturalmente a diminuire perché l'avvento di Internet consente ai naviganti di consultare un giornale facendo a meno del supplemento cartaceo. Tuttavia, sono moltissimi i lettori che hanno ancora bisogno di avere la carta in mano”. Il direttore di Sardinews comunque avverte: chi si ferma è perduto “Tutto quello che è tradizione non può essere mantenuto. Anche la struttura di un tempo dei giornali non esiste più. Quando lavoravo a L'Unione Sarda calcolai che su una notizia ruotavano circa 30 persone, tra correttori di bozze, linotipisti, impaginatori ecc. Oggi non ci lavorano più perché al giornalista basta scrivere l'articolo, schiacciare un tasto, comporre il testo e ha risolto. Il problema adesso sarà la necessità di ridurre i costi di produzione molto elevati affrontati per il giornale vecchio tipo e, in aggiunta, l’elaborazione del contenuto su internet”.

Per Filippo Peretti, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, il ponte di collegamento tra stampa e web è il passaggio obbligato per l’avvenire “Anche quando è uscita la televisione tutti erano convinti che i giornali dovessero chiudere, e non è successo. Oggi la sfida è diversa perché Internet può sostituire la carta stampata. Tuttavia, chi preannuncia i funerali prossimi dei giornali sbaglia. Al momento, il Web è capace di produrre meno del 10% dell’informazione totale. Tutto il resto è preso dalla carta stampata. Questo perché un quotidiano in versione esclusivamente web non può permettersi, per ragioni economiche, una struttura capace di produrre quella ricchezza di informazioni che viene pubblicata tutti i giorni su un quotidiano. Quindi l'editoria dovrà trovare un necessario equilibrio tra carta stampata e Web. Sono fiducioso: editori e giornalisti sapranno garantire il bilanciamento. In caso contrario, la mancata integrazione cancellerebbe non solo i giornali cartacei ma anche gli spazi per le grandi testate on line.”.