Reportage

Viaggio tra i centri comunali d'arte e cultura a Cagliari

Autore: Barbara Piras,
1 luglio 2010, 13:41
Uno sguardo sulla proposta culturale cittadina.
Torre dell'Elefante
Torre dell'Elefante

Dagli anni '90 ad oggi: Exmà, le torri dell'Elefante e di S. Pancrazio, il Ghetto, il Lazzaretto

Nel 1993 apre il primo centro culturale dopo un accurato lavoro di recupero delle strutture ottocentesche e di riorganizzazione degli spazi aperti: si tratta dell'Exmà, antico mattatoio di Cagliari, risalente alla prima metà del 1800 e attivo con tale destinazione fino al 1966, anno in cui si completarono i lavori del nuovo edificio di via Po. Questo centro d'arte è suddiviso in molte sale espositive, spazi per conferenze e per attività didattiche, e possiede un ampio giardino spesso utilizzato per la realizzazione di spettacoli dal vivo. Dopo l'alternarsi di varie gestioni, dal 2004 l'Exmà è in mano alla Penty Service di Walter Mostallino. Il centro è sede della mostra permanente “Nicola Valle” composta da oltre 650 stampe realizzate dai principali incisori sardi, italiani e stranieri, donate nel 1997 al Comune dalla famiglia di questo importante intellettuale cagliaritano. Molte le esposizioni che si sono succedute negli anni. Da ricordare alcune mostre fotografiche a cominciare da quella su Adalberto Libera in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi. Il grande architetto di fama internazionale, esponente del razionalismo, progettò a Cagliari il Padiglione Internazionale della Fiera e la Città-giardino di via Pessina. Degne di nota, tra le altre, quelle in collaborazione con i “Fratelli Alinari”, la più antica azienda al mondo operante nel campo della fotografia, dell'immagine e della comunicazione. Si tratta della mostra su Marylin e, tra le ultime presentate, quella su Jhon Phillips grande fotoreporter di fama internazionale. In anni più recenti di grande rilievo artistico le mostre su Dalì e Picasso.

Le due torri pisane di S. Pancrazio e dell'Elefante, esempi di costruzioni medievali che si sono conservati pressochè intatti, tra il 1997 e il 1998 vengono restituite ai cittadini in occasione delle prime edizioni della fortunata manifestazione “Monumenti aperti”. I lavori di restauro per renderle agibili e fruibili erano iniziati dieci anni prima, nel 1987. Due tra i più importanti beni monumentali della città sono gestiti dal 2005 dalla società ItinerArte che, tra i suoi servizi, offre visite guidate nell'antico quartiere di Castello in un itinerario storico artistico rivolto agli studenti delle scuole elementari e medie di primo e secondo livello.

Il 2000 segna un'altra tappa importante lungo il percorso di recupero di altri monumenti come il Ghetto e il Lazzaretto. Il primo è stato oggetto di un complesso lavoro di restauro da parte del Comune e riconsegnato alla città nell'edizione di “ Monumenti Aperti” di quell'anno. L'edificio nasce nel 1738 come caserma militare ed ospita il reparto dei “Dragoni” fino alla fine del 1800 quando, cessato l'uso militare, viene ceduto a privati e trasformato in piccole abitazioni.

L'impropria denominazione di “Ghetto degli Ebrei” deriva dal fatto che poco più avanti esisteva realmente il quartiere dove essi abitavano ma la loro presenza durò fino al 1492, anno in cui i reali scacciarono i Giudei da tutti i loro territori. Oggi, questo centro d'arte e cultura, che si sviluppa su quattro livelli, ospita mostre temporanee, attività convegnistica e spettacoli di vario genere. Dal 2003 è gestito dalla cooperativa sociale Il Ghetto. Questo suggestivo spazio è stato destinato in particolare alle mostre fotografiche. Da ricordare, in tempi recenti, “99 click + 1 Fotografie, storie di incanti”: cento fotografie, molte vintage (la prima stampa in assoluto), e comunque tutte stampate da negativo originale, tra le più significative e prestigiose del '900. Prima della sua chiusura, nel 2005 per lavori di ristrutturazione, il Ghetto ha ospitato una mostra sugli strumenti di tortura dall'epoca romana ai giorni nostri che ha avuto un grande successo di pubblico e un'evidenza nazionale. E' stato riaperto al pubblico ed ha ripreso la sua attività ben quattro anni dopo, nel 2009.

L'antico Lazzaretto di Cagliari rappresenta l'unica struttura ospedaliera di impianto quattrocentesco destinata ufficialmente ai malati di peste conservata in tutta l'area del Mediterraneo. A partire dal 1879 si susseguirono varie destinazioni d'uso fino ad ospitare gli sfollati nel secondo dopoguerra. Poi l'abbandono e il degrado. Anche il Lazzaretto ha beneficiato di un'impegnativa opera di restauro grazie alla quale è diventato un'importante spazio culturale della città. Oggi ospita il museo comunale delle Torri e dei Castelli di Sardegna. L'attività museale si affianca a quella convegnistica, agli spettacoli, alle escursioni didattiche sul colle di S. Elia, e a laboratori artistici e scientifici. E' gestito dal 2003 dalla cooperativa Sant'Elia 2003.