Reportage

Chi era De Pinedo, e il suo scalo a Cagliari.
Francesco De Pinedo a Cagliari
Francesco De Pinedo a Cagliari

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13 febbraio 1927, ore 07,10: idroscalo di Cagliari-Elmas
De Pinedo, il secondo pilota Carlo Del Prete e il motorista, Vitale Zacchetti, sono arrivati da Sesto Calende l’8 febbraio: da cinque giorni, tutti spesi a mettere a punto il "Santa Maria". Quel mitico nome di prima caravella oceanica, fregia ora il Savoia Marchetti S.55, catamarano alato che da Cagliari - scelta personalmente da De Pinedo - dovrà scavalcare per ben due volte le Colonne d’Ercole e l'Atlantico.
Non è mancato il tempo per l’ossequio alle autorità cittadine, per una cena in Prefettura e infine per una puntata al mercato: panini, fichi secchi e tre chili di mandarini, tra le essenziali provviste per la prima tappa del volo.
La sera del 12 giungono da Vigna di Valle quattro idrovolanti militari: ai comandi del primo c'è Italo Balbo, sottosegretario per l’Aeronautica, accompagnato da un gruppo di alti ufficiali, giornalisti e gli addetti militari britannici e americani, venuti ad assistere al decollo dell’indomani.

E arriva finalmente quel freddissimo mattino del 13 febbraio: cielo parzialmente nuvoloso, maretta da sud-est, appeso al cruscotto oscilla appena un gagliardetto con i quattro mori e la scritta CAGLIARI su fondo rosso-blu: un dono di Paolo Pili, Segretario Federale e ardente fautore della modernità nell’isola.
Alle 7, 35 il velivolo si muove, incalza rombando sullo stagno sino al decollo perfetto. Vira lentamente sull’idroscalo, un saluto, sorvola gentile la città addormentata e punta deciso verso Capo Spartivento: è cominciata la Crociera delle due Americhe. Dopo nove ore di volo la prima tappa: Kenitra, sulla costa atlantica del Marocco. Poi l’idroplano prosegue costeggiando l’Africa sino alle isole di Capo Verde e di lì il grande balzo sull’Atlantico, l’arrivo in Brasile e poi giù dentro il frastuono delle mille sirene che lo accolgono nel porto di Buenos Aires. E’ il 2 marzo, quella stessa notte a Cagliari impazza il Carnevale e si festeggia l’evento aereo con una "Veglia Azzurra": serata goliardica e mondana di travolgente successo, firmata da uno scatenato Tarquinio Sini che declama:

« O Teodora - le cose strane
Americane - non sono più:
Sono più strane - le italiane
E de Pinedo - lo dimostrò »

Celebrazioni cagliaritane che culminano il 4 di marzo, con l’acclamatissima proiezione, in uno strapieno cinema Olympia, del cinegiornale LUCE sul decollo del "Santa Maria" dalla laguna di Elmas.

Intanto De Pinedo riprende il suo raid e decolla dalla capitale argentina a un mese esatto dalla partenza da Cagliari: il 13 marzo, con rotta a nord, lungo l’immenso bacino fluviale sudamericano sino alla foce del Rio delle Amazzoni. Da lì sopra il Mar delle Antille, Portorico, Cuba, New Orleans e gli Stati Uniti in lungo e in largo. Nel lago Roosevelt, in Arizona, il mozzicone di sigaretta di un’imprudente giovanotto riduce in cenere il "Santa Maria", è il 6 aprile. Parte subito dall’Italia, un altro S.55, caricato a bordo del transatlantico "Duilio" che attracca a New York il 30 dello stesso mese. E dalla metropoli americana s'invola l’8 maggio il "Santa Maria II” che continua la trasvolata statunitense, per spostarsi poi in Canada e avventurarsi nuovamente sull’Atlantico, verso l’Europa.
Dopo una fortunosa sosta nelle Azzorre, De Pinedo arriva a Lisbona l’11 giugno. Ancora una tappa a Barcellona e infine l’approdo trionfale ad Ostia il giorno 16: in mezzo a una folla in tripudio si conclude quel volo memorabile, di 44.000 chilometri, spiccato da Cagliari, quattro mesi prima, attraverso l’Atlantico e le due Americhe.

22 aprile 1928, ore 08,00: idroscalo di Cagliari-Elmas
De Pinedo ritorna a Cagliari da Presidente della Società Aerea Mediterranea: la prima linea regolare che unirà la Sardegna alla Penisola con una rotta settimanale Ostia-Terrranova-Cagliari. Il generale pilota accompagna il volo inaugurale dell’S.55 di linea con il suo S.59.
Cagliari oramai lo ha adottato quale suo pilota preferito e sulle pagine de "L'Unione Sarda" del 21 aprile campeggiano, in calce al lungo articolo che ne annuncia l’arrivo in città, due corpose scritte in neretto ineludibile: OMAGGIO A DE PINEDO. TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI A TROVARSI OGGI ALLE ORE 18 INNANZI AL PALAZZO DEL COMUNE PER RENDERE OMAGGIO A DE PINEDO, e ancora, più sotto: DATE BANDIERE E LUMINARIE ALLE VOSTRE ABITAZIONI.

Solo il giorno dopo, in verità, il pilota arriverà in città, a causa di un disguido che lo ha costretto a passare la notte ad Olbia: l’inconveniente e l’attesa raddoppiano gli entusiasmi dei cagliaritani, che gli tributano un'accoglienza calorosissima. Da Elmas il corteo delle autorità lo porta al Palazzo Civico, assediato da una folla di cittadini festanti, cui De Pinedo rivolge un saluto, affacciato al balcone centrale insieme al Podestà Vittorio Tredici e al Vice Segretario Federale Enrico Endrich. Parlando ai cagliaritani esalta l'importanza del trasporto aereo per la Sardegna, ricorda la già mitica trasvolata atlantica e ancora il gagliardetto con i quattro mori, "di sicuro auspicio" per quell’impresa iniziata a Cagliari.

25 maggio 1928, ore 09,20: idroscalo di Cagliari-Elmas
Alla testa di un’intera brigata aerea di sessanta idrovolanti, staccatasi in volo da Orbetello alle 7,15, De Pinedo solca per primo lo specchio di Santa Gilla, prima tappa della Crociera aerea del Mediterraneo Occidentale. Cagliari è tutta un brulicare di folla che invade e occupa qualsiasi posizione utile a godere di quello spettacolo unico: Sant'Elia, Monte Urpinu, i bastioni, le terrazze, i tetti, i balconi, persino sull’ospedale civile biancheggiano i camici di infermieri e degenti.
L'avioscalo di Elmas, nonostante le rigide misure di sicurezza, è invaso dalle numerosissime autorità mentre una pletora di arditi entusiasti è riuscita ad affollarne le adiacenze. In una lunghissima, inebriante mezz'ora, i sessanta idrovolanti, giunti in perfetta formazione, ammarano spiralando sulla laguna e una flotta di imbarcazioni si affretta a recuperarne gli equipaggi.

Il solo apparire di De Pinedo, che si avvicina in barca alla passerella d'attracco, scatena un uragano di applausi e di ovazioni: il "Signore delle distanze" è accolto come un re nel suo regno. Seppure stavolta dovrà dividere la gloria con Balbo, il primo, e il più affettuoso saluto di Cagliari è comunque per lui, lo sente nelle premure delle autorità, nell’affetto conclamato della folla che esulta.
La sosta della brigata aerea nel giovane idroscalo cagliaritano, prima tappa della prima, importante Crociera in volo di formazione dell’Arma Azzurra, finisce di consacrare qualità e importanza della base agli occhi del mondo e va, in grandissima parte, a De Pinedo il merito della preziosa visibilità internazionale guadagnata allora dalla nostra ariosa laguna e dalla città vicina.