Reportage

Pasqua e riti della Settimana Santa

Autore: Francesca Muntoni.
13 febbraio 2007, 08:53
Il significato della Pasqua, le tradizioni antiche e i riti della Settimana Santa.

Pasqua: le tradizioni antiche

Pasca Manna, ossia Pasqua grande, così è definita la ricorrenza quasi a sottolineare il suo ruolo di primo piano rispetto anche al Natale, detto Paschixèdda, cioè Pasqua piccola. Non è più in voga l'antica credenza che considera la Pasqua che cade di marzo come un auspicio di morte giocando sulla rima marzutìna / mortarzìna.

Fra le usanze ormai superate rientra anche un curioso calendario grazie al quale tutta la popolazione, quando l'analfabetismo era diffusissimo, era in grado di scandire le settimane che precedevano la Pasqua. Questo, denominato sa pipìa de Carèsima, ossia la bambina di Quaresima, altro non era se non un disegno su carta raffigurante una bambola con sette gambe e sette piedi, che teneva una graticola nella mano sinistra ed un pesce nella destra. I due elementi simboleggiavano l'obbligo di mangiar magro, mentre ciascuna gamba corrispondeva ad una delle settimane tra il giorno delle Ceneri e la Pasqua.

Altra consuetudine diffusa fino agli anni Quaranta era quella di is ascùrtus (gli origliamenti). Accadeva spesso che persone di ceto modesto si recassero nei pressi della chiesa di San Lorenzo per prestare orecchio alle chiacchiere dei passanti. In tal modo si riteneva possibile, per virtù dell'illuminante aiuto della Vergine, ricavare dalle frasi raccolte indicazioni o auspìci sulla salute dei propri cari.

Al rango della superstizione è stato ascritto anche su trapàssu che imponeva un digiuno a pane e acqua della durata di quaranta giorni. Se ripetuto per sette anni consecutivi ciò avrebbe assicurato un posto in paradiso, a meno che non ci si fosse già arrivati per direttissima in seguito agli scompensi causati dalla fame e dalla sete.

Sempre in auge è invece la benedizione delle palme, da cui prende il nome l'omonima domenica. Le palme vengono conservate un anno e poi bruciate per evitare profanazioni. Rappresentano la benedizione che entra in tutte le case ma nel subconscio collettivo è rimasto un fondo di superstizione che vi identifica amuleti contro il malocchio. Alla stessa stregua erano considerati anche alcuni ciondoli tipo su ziddu e su giuàli, confezionati in alcuni paesi dell'Oristanese con foglie o legno di palma che si dovevano tenere al collo come panacea per tutte le malattie.