Reportage

Il documentario in Sardegna: un’Isola raccontata da oltre un secolo

Autore: Giulia Antinori,
5 luglio 2007, 12:21
La realtà sarda raccontata dai sardi. Questo è fare documentari in Sardegna.

La video - Sardegna negli archivi

Un patrimonio audiovisivo ormai ricchissimo, quello di documentari e docu-fiction sardi, conservato e reso disponibile al pubblico negli archivi della Cineteca sarda e dell'Isre. Natura, cultura, tradizioni e personaggi della Sardegna in video custoditi gelosamente da due istituzioni che da anni si occupano non solo della conservazione ma anche, e soprattutto, della promozione e valorizzazione.

In viale Trieste 118 a Cagliari c'è la Cineteca sarda: oltre 1700 documenti audiovisivi soltanto nella sezione dedicata alla Sardegna, su migliaia di documenti audiovisivi raccolti in 40 anni. Fondata nel '66 dalla Società Umanitaria, che operava nell'Isola da alcuni anni, la struttura è nata per arricchire il patrimonio dei film in circolazione, favorirne la distribuzione e mettere in circolazione nuovi film e documentari.

E il fiore all'occhiello della Cineteca è proprio il settore dedicato alla produzione sarda: "A partire dalla fine degli anni '80 il nostro interesse si è specializzato - ha spiegato Giuseppe Pilleri, curatore della Cineteca - mettendo insieme tutta la memoria audiovisiva sarda". Pellicole da 16 o 33 millimetri e video girati in Sardegna, di argomento sardo o di autore sardo, archiviati senza alcuna selezione qualitativa . "E l'archivio cresce continuamente - ha continuato Pilleri - anche grazie al periodo particolarmente fecondo che sta vivendo l'Isola dal punto di vista cinematografico". In più anche oltre 4500 volumi, testate, schede didattiche e cd-rom, a disposizione del pubblico, e un laboratorio attrezzato per la riproduzione e produzione audiovisiva. Ma non è tutto, perché la Cineteca sarda ha fatto della promozione e valorizzazione delle produzioni sarde e sulla Sardegna il suo punto di forza. Con il concorso "Il cinema racconta il lavoro", promosso in collaborazione con l'Agenzia regionale del lavoro, la Cineteca ha premiato recentemente i migliori progetti presentati per la sua seconda edizione. Un premio di 5 mila euro, da utilizzare per la realizzazione dell'idea proposta, andrà a Paolo Carboni e a Luca Impagliazzo, vincitori rispettivamente per la sezione Documentari e Fiction. I secondi di ogni categoria avranno invece a disposizione 4 mila euro.

A occuparsi prettamente di Sardegna c'è poi l'Isre - Istituto superiore regionale etnografico - con sede a Nuoro. Tra i suoi archivi circa 2000 produzioni audiovisive, la maggior parte documentari. "Ci sono molti progetti buoni nella documentaristica isolana recente - ha detto Ignazio Figus, responsabile della sezione Documentari dell'Istituto - i giovani hanno ottime idee". E queste idee l'Isre ha deciso di valorizzarle. Il premio Avisa - Antropologia visuale in Sardegna -, giunto quest'anno alla sua quarta edizione, è un concorso che mette a disposizione dei vincitori, scelti tra partecipanti sardi o residenti nell'Isola, 50 mila euro per la realizzazione di uno o più documentari o brevi fiction inediti riguardanti l'antropologia della Sardegna. "I partecipanti sono sempre numerosi e questo a riprova della produttività cinematografica di questo periodo - ha spiegato Figus - ma non credo si tratti di una moda: piuttosto un rinnovato interesse per la cultura sarda". L'ultima edizione del concorso, nel 2005, ha visto la vittoria di un solo documentario, "Furriadroxius" (di Michele Mossa, etnomusicologo, e Michele Trentini, esperto di antropologia visiva), che racconta la vita di una comunità di pastori e artigiani nella zona di Capo Malfatano, e dell'interessante lavoro di fiction, "Panas", realizzato da Marco Antonio Pani.