Reportage

Il documentario in Sardegna: un’Isola raccontata da oltre un secolo

Autore: Giulia Antinori,
5 luglio 2007, 12:21
La realtà sarda raccontata dai sardi. Questo è fare documentari in Sardegna.

Dagli anni '60 a oggi - Seconda parte

Nel vasto ma instabile panorama contemporaneo, difficile da definire perché in continua crescita e mutazione, sono tanti i giovani film maker che raccontano l'Isola. Ognuno a suo modo, girano documentari per passione e curiosità, come parte di un'attività che li vede impegnati anche nella produzione di film a soggetto e programmi per la tv. "L'interesse per la documentaristica in Sardegna è negli ultimi tempi sempre più vivo - ha detto Gianni Olla, critico cinematografico sardo - i giovani ci si avvicinano di più e con passione, ma anche l'evoluzione della tecnologia ha un ruolo importante." Fiction, documentari e docu-fiction, quindi. La formula cambia ma il tema no: la Sardegna.

È il caso, per esempio, di Gianfranco Cabiddu, conosciuto soprattutto per film come "Disamistade" e "Il figlio di Bakunìn" ma molto apprezzato anche come documentarista. Nell'84 segue la regia di "Cartolina" e nel '90 di "Cagliari", entrambi docu-film sul capoluogo sardo. Durante gli anni Novanta continua a raccontare la sua terra con "S'Ardia" (film antropologico che racconta la vita di Sedilo intorno alla sua festa tradizionale), "Scritto sulla pietra" (cortometraggio sulle miniere sarde), "Efis, martiri gloriosu" (film antropologico sulla festa di S. Efisio a Cagliari) e "In faccia al vento" (documentario su Orune). Caratteristico del suo interesse per la Sardegna è certamente "Sonos 'e memoria", documentario sulla natura e i costumi del popolo sardo, in cui l'autore alterna immagini storiche dell'Archivio dell'Istituto Luce a scene del presente, con l'accompagnamento dei più importanti musicisti dell'isola.

Altro nome importante per la cinematografia sarda è Giovanni Columbu, documentarista e ideatore di programmi televisivi e di fiction. A partire dall'inizio degli anni Ottanta ha presentato la sua Isola con "Ritratti di Pablo Volta" (la Sardegna attraverso le testimonianze degli artisti), i docu-fiction "Dialoghi trasversali", "Andelas" e "Storie brevi" (prodotto nel 2005 e vincitore del premio Hermes nello stesso anno) che racconta personaggi, eventi e luoghi di Cagliari.
Conosciuto soprattutto per il film "Pesi leggeri" (del 2001), ambientato a Cagliari e distribuito nei circuiti di cinema europei, Enrico Pau ha anche realizzato altri curiosi lavori come il cortometraggio "La volpe e l'ape" (1996), ambientato a Cagliari, e il documentario, precedente rispetto al film, "Storie di pugili", un mosaico di aneddoti, suggestioni e caratteri che ricordano gli anni d'oro dei boxeur sardi.

Da non dimenticare è Marco Antonio Pani, documentarista e regista di corti, sassarese di nascita che da anni vive e lavora a Barcellona. Tra il '93 e il '99 ha girato una trentina di documentari, la maggior parte dei quali sulla Sardegna (tra questi "Magie del Sud" del 1994, "Alghero: una città spagnola sulla riviera del corallo" del '95). Negli ultimi anni si è fatto conoscere per interessanti lavori di fiction. Ultimo in ordine di tempo è "Panas", trasposizione di una leggenda sarda che narra dei fantasmi delle donne morte di parto costretti, per penitenza, a vagare ogni notte fra pozze, ruscelli e lavatoi, per lavare i propri vestiti e quelli dei loro bambini mai nati.