Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Parchi off-shore, via alla mobilitazione

Fonte: L'Unione Sarda
4 marzo 2010


Serve un fronte comune per evitare imposizioni dal Governo

Per evitare che il Golfo degli Angeli sia invaso da pale eoliche alte fino a 120 metri fuori dal livello del mare sarà necessaria una mobilitazione dell'intera isola, sull'esempio di quanto già avvenuto lo scorso anno nel Sinis. Questo perché lo Stato sembra deciso, nonostante le rassicurazioni del ministro Matteoli, a far valere la sua esclusiva competenza in materia di tutela dell'ambiente e «sulle materie concorrenti alla produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia e del governo del territorio». In soldoni, le Regioni non sono titolate a rilasciare (o, meglio, a negare) la valutazione d'impatto ambientale, visto che l'esecutivo ha avocato a sé la competenza.
IL RICORSO La prova è contenuta nel ricorso alla Corte Costituzionale (per conflitto di attribuzione) depositato il 24 novembre 2008 (e ancora pendente) dall'avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo su mandato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Controparte è l'assessorato all'Ecologia della Regione Puglia, che aveva bloccato tre progetti per parchi off-shore proposti dalla Trevi Energy di Cesena. Guarda caso la stessa società per la quale in questi giorni si è registrata un'accelerazione nell'iter autorizzativo a proposito di un parco eolico marino da realizzare tra capo Zavorra e Sarroch.
CAPO ZAVORRA La società romagnola vuole installare, a otto chilometri dalla costa, 33 turbine capaci di produrre complessivamente 99 megawatt di potenza, alte 90 metri oltre il livello del mare. Una soluzione che, se combinata agli altri quattro progetti (presentati da altre tre aziende) sullo stesso tratto di litorale, porterebbe alla nascita di una muraglia eolica lunga sedici chilometri, con 290 aero-generatori che produrrebbero un evidente impatto ambientale, visto che sarebbero ben visibili anche dalla costa di Cagliari.
LE CARATTERISTICHE I progetti pugliesi (due in provincia di Foggia e uno in quella di Brindisi) sono del tutto simili alla proposta presentata in Sardegna: stesso modello di pale eoliche (il V90, della potenza di 3 megawatt ciascuna), realizzate dalla società Vestas, con un'emissione acustica nominale dichiarata (alla velocità di riferimento di 8 metri al secondo) di 109,4 decibel. Numeri importanti, che la Regione Puglia avrebbe voluto approfondire in una conferenza dei servizi su base locale.
LA SITUAZIONE A oggi in Italia e in tutto il mar Mediterraneo non esistono impianti eolici off-shore in funzione. Nella Penisola sono in fase avanzata di autorizzazione sei impianti, di cui uno sperimentale in acque profonde in Sicilia.
LA VIA D'USCITA La offre il deputato Mauro Pili: «Le norme di attuazione dello Statuto speciale garantiscono specifiche competenze esercitate attraverso il provvedimento da impugnare - fa notare - la Regione può, nell'esercizio della potestà legislativa primaria in materia di edilizia e urbanistica, intervenire in relazione ai profili di tutela paesistico-ambientale, sollevando un conflitto di attribuzione per la revoca del procedimento avviato dallo Stato». ( a. mur. )

04/03/2010