A rischio circa trenta mila ettari di mare con impianti che possono arrivare a essere alti fino a 160 metri
Cinque progetti presentati da quattro società, per un totale di 230 rotori
Una muraglia eolica ininterrotta, lunga quasi sedici chilometri. Questo il rischio che incombe sul litorale del Golfo degli Angeli se dovessero essere approvati i cinque progetti per la realizzazione di parchi eolici off-shore, distanti al massimo tre miglia dalla costa, presentati da quattro società che operano nel settore della progettazione e dello sfruttamento delle energie alternative. L'intento è quello di occupare quasi 30 mila ettari di mare, con 230 aero-generatori da piazzare nel tratto compreso tra Orti su Loi (Sarroch) e Su Guventeddu (Pula).
I PROGETTI Sono cinque, l'ultimo dei quali presentato dalla società Licata Energy di Treviglio (Bergamo) il 29 settembre 2009: l'azienda lombarda ha chiesto di poter ottenere in concessione per 30 anni uno specchio di mare tra Orti su Loi e Villa d'Orri, per complessivi due chilometri quadrati. L'intenzione è quella di installare 20 pale eoliche, in grado di produrre 5 megawatt ciascuna. Impianti di ultimissima generazione, fortemente impattanti, mostri della lunghezza complessiva di oltre 160 metri fuori dall'acqua: 100 per il solo aero-generatore, 63 per la lunghezza del raggio di ogni pala. Altre due richieste sono state depositate il 17 marzo 2009 dalla Sostenergy di Cagliari, per complessive 100 pale eoliche e una capacità d'impianto complessiva di oltre 100 megawatt. In questo caso gli specchi acquei interessati sono quelli tra torre Antigori e Porto Foxi, e tra Su Guventeddu e Sant'Efisio. Il quarto elaborato tecnico è della Ecopowernet di Varese, che il 15 luglio 2009 ha chiesto in concessione per 50 anni una porzione di circa 5 chilometri quadrati, a tre miglia dalla costa, per installare 80 rotori, per una potenza complessiva stimata in 100 megawatt.
IL RISCHIO Dietro, secondo qualcuno, c'è il business dei certificati verdi, che sarebbe alla base del moltiplicarsi delle richieste per parchi eolici off-shore: ci sono grossi gruppi che inquinano producendo CO2 e che, per stare all'interno delle regole, devono ogni anno ottenere dei crediti “verdi”. Questo significa concedere loro una sorta di licenza per continuare a inquinare, a spese della Sardegna. La nostra isola, se dovessero essere localizzati questi impianti a mare, diventerebbe la discarica d'Italia per questo tipo di affari.
Mesi fa il deputato Mauro Pili e il consigliere regionale Ignazio Artizzu avevano parlato di mobilitazione da avviare su tutta la costa: «La devastazione ambientale è palese e l'assenza di regole lascia spazio a una discrezionalità concessoria che è immensa - hanno sostenuto - assegnare concessioni a qualsiasi società rappresenterebbe un libero arbitrio». Dal ministero, per bocca dello stesso Altero Matteoli, erano arrivate ampie rassicurazioni sul fatto che il progetto sarebbe stato bloccato sul nascere: promessa fin qui non mantenuta. ( a. mur. )
03/03/2010