Tiepide le reazioni di sindaco e direttore di Buoncammino: «Presto per dare un giudizio»
Fincantieri ha presentato i progetti a Trieste, in corsa 9 città
La “chiatta” con sbarre può ospitare fino a 320 celle di 14 metri quadri.
Piattaforme galleggianti, concepite come luoghi di detenzione, a struttura modulare. Un progetto, quello che è stato presentato ieri a Trieste dalla Fincantieri, che potrebbe presto interessare Cagliari, che per ora è inserita in un elenco che comprende anche altre otto città che si affacciano sul mare.
IL PROGETTO Il modello-base conta 320 celle da 14 metri quadrati ciascuna, che possono ospitare 640 detenuti e 300 addetti a vigilanza e altri servizi. Contempla aree per sport indoor e altre attività di svago, costerà tra i novanta e i cento milioni di euro e potrà essere trainato in località costiere.
Facile anche la manutenzione e l'aggiunta o sottrazione di moduli, sulla scorta di quello che già avviene negli Usa, in Inghilterra e in Olanda: sarà possibile realizzare modelli più grandi, più piccoli o “su misura” rispetto alle richieste del committente.
PROSPETTIVE È stato il Governo a chiedere al colosso nazionale della cantieristica navale (specializzatosi nella costruzione di navi da crociera) di pensare al progetto, contemplato nel piano per il rilancio del settore, messo nero su bianco nello scorso mese di dicembre dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.
L'esecutivo non ha ancora definito nel dettaglio le scelte della politica penitenziaria, ma sul tavolo del capo-dipartimento Franco Ionta la pratica delle carceri galleggianti è sempre in bella evidenza.
L'ELENCO La “chiatta” con sbarre è stata concepita per l'ormeggio in banchine portuali in aree diverse da quelle commerciali, in modo da risultare allo stesso tempo isolata e non invasiva delle normali attività dello scalo.
Assieme a Cagliari le altre possibili destinazioni sono quelle di Ravenna, Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Bari, Gioia Tauro e Palermo. Ma si tratta di un catalogo aperto, nel quale qualche altra città di mare può entrare o uscire.
LE AZIENDE «In ogni caso Fincantieri - precisa l'amministratore delegato Giuseppe Bono - è in grado di costruirle, anche in serie, nel giro di ventiquattro mesi dall'ordine».
Il piano nazionale per affrontare l'emergenza dell'edilizia carceraria presenta attualmente una dote globale di circa 600 milioni, dei quali soltanto una parte potrebbe essere attualmente destinata alle strutture carcerarie galleggianti. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare.
L'IDEA ORIGINARIA È di Enrico Sbriglia, direttore del carcere Coroneo di Trieste e segretario nazionale del sindacato Sidipe, organizzatore della manifestazione di Trieste: «Penso a un'integrazione e non a una sostituzione - fa notare - come alla presenza di un'ambulanza, che non esclude quella di un ospedale. Immagino, ad esempio, che possano essere utilizzate per le detenzioni brevi».
LE REAZIONI Caute, per ora, quelle che si registrano nel capoluogo: «Ho sentito parlare di questa possibilità nei mesi scorsi ma mai nessuno l'ha esplicitata per quel che riguarda Cagliari - dice il sindaco Emilio Floris - nel caso che anche la nostra città venisse scelta per questa sperimentazione, occorrerebbe conoscere quali sarebbero le condizioni nelle quali questa struttura si troverebbe a “impattare” con il territorio circostante. E quelle nelle quali si troverebbero le persone che vi dovrebbero essere recluse e chi sarebbe chiamato a lavorarvi».
IL DIRETTORE Da Buoncammino nessuna reazioni ufficiale da parte del direttore Gianfranco Pala: «Non ho notizie precise, anche se confermo di essere stato invitato al convegno di Trieste nel quale è stato presentato il progetto - racconta - ma non mi sembra serio commentare un fatto che non conosco in materia approfondita. Diciamo che ho sentito parlare del piano ma che mi mancano i particolari».
ANTHONY MURONI
27/02/2010