Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una nuova Fiera che guarda al mare

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2010

Parte la sfida per riammodernare la più importante vetrina della Sardegna. Premiate le proposte di tre architetti

Urso: il bacino del Mediterraneo la strada dello sviluppo

Come sarà il quartiere fieristico nel prossimo futuro? L'idea è di integrare sempre più questa realtà nella città, ma all'interno di un'ottica mediterranea. A confronto politici ed esperti.
La Fiera del futuro è una fiera moderna che sa coniugare lo sviluppo economico dell'Isola con le necessità dei suoi abitanti. Una fiera che si “affaccia” sul mare, aperta al Mediterraneo e che dal mare pesca tutte le opportunità per crescere. Non più una vetrina recintata ma una piazza aperta alla città, agli scambi commerciali, alla cultura, allo sport e al divertimento. Il biglietto da visita di una città che vuole crescere puntando su tutte le sue potenzialità, perché, come dice il sindaco Emilio Floris, «la fiera è Cagliari», anzi di più, «è la Sardegna». Così, dopo sessant'anni, è ora di voltare pagina e di rivoluzionare l'immagine di quest'area, 12 mila ettari al centro della città, posizione invidiabile - sottolinea il presidente della Fiera, Gianni Biggio - «una delle poche in Europa», insomma un patrimonio da sfruttare, perché può produrre ricchezza e diventare un'opportunità di sviluppo per il capoluogo e polo trainante dell'economia isolana. Un restyling concepito in funzione di una crescita strategica della città, che deve poter offrire ai suoi abitanti nuovi spazi all'interno di un quartiere fieristico che deve vivere 365 giorni all'anno, non solo come «vetrina della Sardegna che produce» ma anche «polo di attrazione» delle opportunità che arrivano dal mare. «Il polo fieristico - assicura il vice ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso - è un elemento di crescita dell'economia della Sardegna: le prospettive nel bacino del Mediterraneo per il Paese sono enormi, con un interscambio commerciale di 44 miliardi di euro e la Sardegna ha più di tutti l'opportunità di rapportarsi con la sponda Sud del Mediterraneo che guarda alla Fiera come partner naturale per crescere».
IL FUTURO Cambia la città e cambiano le sue esigenze, una metamorfosi che coinvolge anche le sorti della Fiera della Sardegna. Ma come deve essere il quartiere fieristico del futuro? In che modo Cagliari riuscirà a competere con le altre fiere e a inserirsi in un circuito all'avanguardia che risponda alle esigenze delle imprese e del suo pubblico e concorra allo sviluppo economico sardo? Su questa domanda si è aperto ieri il dibattito tra Fiera, Regione, Comune, Camera di commercio, urbanisti, Confindustria, autorità portuale chiamati al palazzo dei congressi dal presidente Biggio in occasione della presentazione dei tre progetti vincitori del concorso sulla riqualificazione urbanistica della struttura. Qual è, dunque, la fiera di cui ha bisogno la Sardegna? Gli architetti Eduard Mijic di Rimini, Aldo Vanini di Cagliari e Franco Bernardini di Roma hanno illustrato la loro idea vincente di fiera, premiata dalla giuria di esperti presieduta dal direttore dell'ente, Benedetto Etzi.
I PROGETTISTI In tutti i progetti è prevista la riqualificazione del cosiddetto “waterfront”. «Noi abbiamo pensato a una struttura che diventi un'opportunità per la città e non solo per la fiera - spiega l'architetto Massimo Faiferri, portavoce dei progettisti cagliaritani che si sono aggiudicati il primo posto ex aequo con i concorrenti di Rimini - pensiamo che gli spazi interni della struttura debbano essere resi fruibili a prescindere dalle manifestazioni fieristiche, in tutto l'arco dell'anno per rispondere alle necessità che Cagliari ha da tempo». Il suo collega, Aldo Vanini, aggiunge: «Abbiamo voluto dare un segno giocoso: la fiera deve comunicare un'immagine di allegria e non solo di affari e scambi commerciali. Un quartiere fieristico piacevole della città». Una struttura che ospita concerti, congressi, manifestazioni sportive e rassegne legate alla nautica da diporto, oltre alla fiera campionaria che ogni anno richiama 1300 visitatori.
TAVOLA ROTONDA Si è parlato dell'esperienza della fiera di Rimini («diventata uno dei quartieri fieristici più grandi d'Italia») ma anche di soldi: come reperire le risorse? Domanda girata al presidente della Sfirs, Antonio Tilocca: per la nuova opera servirebbero non meno di 100 milioni. Ma, tutti d'accordo, ne vale la pena: i sacrifici saranno ben ripagati col tempo. L'assessore all'Urbanistica, Gianni Campus, non ha dubbi e vede nella fiera «uno dei luoghi sensibili della città, proiettato sul futuro: una stazione importante del lungomare da via San Paolo a Sant'Elia». Il sindaco, che già pensa all'Expò 2015, se l'immagina così: «Un sistema satellite che attiri le più importanti attività - dice Floris - mi aspetto che ci sia uno sviluppo della fiera che possa creare nuovi posti di lavoro e possa rappresentare un volano dell'economia isolana».
CARLA RAGGIO

27/02/2010