Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lo sprint di Loddo infiamma Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2010


Oggi rivincita con Petacchi nella classica sarda Sassari-Olbia

Il sole che al mattino bacia il Giro al via da Sant'Antioco sembra riscaldare l'attesa per l'acuto finale. E l'acuto anticipato da giorni (fin dalla partenza da Olbia, per l'esattezza), arriva puntualmente dopo 140 chilometri di corsa nel lungo rettilineo del viale Diaz a Cagliari. Qui Alberto Loddo, il corridore di casa, vince la sua prima gara in Italia, la ventiseiesima in carriera. L'impresa gli riesce battendo nettamente Petacchi e Gatto, gli sprinter più forti e attivi della carovana.
Esulta Loddo ma anche il ceco Kreuziger, successore di Bennati sul podio più alto del Giro di Sardegna. Kreuziger è un degno erede di Bennati: la sua squadra, la Liquigas-Doimo, ha corso in Sardegna anche per conservare la maglia indossata l'anno scorso da Daniele Bennati.
Quella di ieri è stata la tappa meno combattuta delle cinque disputate ma, paradossalmente, la più intensa sul piano emotivo. Tutti gli sportivi sardi, non soltanto gli appassionati di ciclismo, sapevano che l'ultima tappa del Giro coincideva con un appuntamento. Appuntamento con una speranza, con un annuncio (improvvido, forse) fatto lunedì scorso da Loddo alla vigilia della partenza del Giro da Olbia: «Aspettatemi a Cagliari. È lì che voglio vincere».
Difficile, nello sport, mantenere le promesse quando lo stesso traguardo è ambito da molti. Certamente quello di ieri a Cagliari era anche il traguardo tagliato su misura per il principe delle volate Petacchi ma anche per Guarnieri, Gatto, Rossi, Colli, del tedesco Bommel, di Sabatini, Klimov e Metlushenko. Loddo ha mantenuto le promesse: ha vinto con uno sprint impareggiabile per semplicità, potenza e precisione.
Che finisse in questo modo - con una volata a ranghi compatti - s'è capito al mattino quando dopo il via da sant'Antioco è andato in fuga il croato della Meridiana Kamen Team Bruno Radotic. Il gruppo condotto dai corridori della Lampre (interessati al successo di tappa con Petacchi) ma soprattutto gli uomini della Liquigas (obbligati a controllare e sventare gli attacchi per difendere il primato di Kreuziger) hanno lasciato al battistrada un margine accettabile. Al chilometro 66 (Domus de Maria), Radotic ha raggiunto il vantaggio massimo di 3'50" poi per lui è iniziata l'attesa: prima o poi, sapeva il corridore della Meridiana, il plotone l'avrebbe raggiunto e ingoiato.
Il ricongiungimento è stato un gioco crudele. Mentre Lampre e Liquigas organizzavano l'inseguimento - di fatto Radotic è stato mantenuto a tiro, come un punto di riferimento - la Androni-Diquigiovanni ha iniziato a proporsi in testa al gruppo per preparare lo sprint di Loddo. La scelta della formazione di Savio è stata la meno dispendiosa, ma anche obbligata. Diversamente dalla Lampre e dalla Liquigas, team dotati di treni per le volate (Bernucci, Righi, Da Dalto, Mori, Spezialetti, Gavazzi e Hondo al servizio di Petacchi e Vanotti, Nibali, Kiserlovski, Agnoli e Bellotti in appoggio a Guarnieri), la Androni-Diquigiovanni ha affidato all'estro di Loddo le possibilità di successo.
Preparato con l'aiuto di Bertolini, Giunti, Solari e Scarponi l'aggancio alla ruota di Petacchi, Loddo ha atteso la "cattura" di Radotic (avvenuto a Cagliari al chilometro 131 di gara, dopo cento chilometri di fuga), poi atteso il colpo finale.
La volata è stata lunga e lineare, fatta a velocità molto elevata. Lampre e Liquigas hanno rintuzzato ogni allungo e ai quattro chilometri dallo striscione d'arrivo, davanti alla scalinata della basilica di Bonaria, hanno preso la testa del gruppo. Quando Loddo è scattato superando Petacchi, la tappa ha subito intuito quale sarebbe stato il vincitore. La progressione dello sprinter di Capoterra è stata inarrestabile. Prima di superare il traguardo, Loddo ha alzato le braccia al cielo. Petacchi e Gatto, battuti, hanno visto il rivale ormai irraggiungibile e hanno smesso di pedalare.
Sul podio, ovazione per tutti. Per Loddo e gli altri vincitori delle maglie: Kreuziger, trionfatore del Giro di Sardegna (davanti a Horner a 2" e all'ex maglia gialla al Tour de France Voeckler a 6"), Petacchi (classifica a punti), Ermeti (traguardi volanti), Niemiec (Gran premio della montagna).
LA CLASSICA SARDA Oggi i protagonisti del Giro di Sardegna si ritrovano per una nuova sfida nella trentaduesima Classica Sarda, da Sassari a Olbia. La corsa sostituisce la vecchia Sassari-Cagliari ma della vecchia classica del ciclismo internazionale (l'ultimo vincitore è stato Saronni nel 1983), la corsa organizzata dalla Leisure & Sport propone lo stesso fascino su un percorso di 187 chilometri.
Il tracciato è nervoso, adatto a corridori in buona condizione. Il via alle 11,30 all'altezza del monumento di san Giovanni Bosco, chilometro 3,8 della strada statale 200 (il ritrovo è in piazza d'Italia alle 9,30). I corridori attraverseranno i centri del litorale: dopo Castelsardo, Valledoria, Aglientu, Santa Teresa di Gallura, Palau, Arzachena e arrivo a Olbia. Tra i favoriti, i velocisti visti in azione al Giro di Sardegna. Su tutti, Petacchi.
P. P.

28/02/2010