Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I croceristi bocciano i negozianti

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2010

Il sondaggio dell'Autorità portuale evidenzia pregi e difetti della città vista dai vacanzieri sbarcati in via Roma nel 2009

Il 65% dei turisti non è soddisfatto degli orari d'apertura

I punti forti della città: accoglienza e presentazione dei prodotti tipici. Ogni crocerista spende in media 45 euro.
Il bicchiere mezzo vuoto dice che Cagliari non è riuscita a imparare dagli errori del passato, anzi. Un anno fa il 25 per cento dei turisti scesi dalle navi da crociera e intervistati dagli addetti dell'Autorità portuale diede un giudizio negativo sull'apertura dei negozi cagliaritani - quasi tutti chiusi, per la verità - mentre dodici mesi dopo alla stessa domanda ha risposto dando un voto insufficiente il 65 per cento dei vacanzieri. Insomma: non solo non si è fatto tesoro delle indicazioni arrivate nero su bianco dai questionari distribuiti su Indipendence of the seas e socie, ma la situazione è addirittura peggiorata. Detto questo, il bicchiere mezzo pieno è legato all'organizzazione e all'accoglienza: i punti forti di Cagliari vista dai croceristi sono la cortesia del personale di negozi, bar e ristoranti e la presentazione dei prodotti tipici.
LE STATISTICHE Nel 2009 sono sbarcate in via Roma - quasi tutte tra molo Sabaudo e Rinascita, pochissime all'Ichnusa, cioè quello scelto per il terminal ancora chiuso - 57 navi, con un carico di 112.419 passeggeri. Andando al sodo, cioè ai soldi che hanno lasciato nel capoluogo, il discorso è semplice: dei 4.561 turisti interpellati per il sondaggio, il 69,7 per cento ha acquistato qualcosa, spendendo in media 45 euro. Questo significa che tra shopping, cibo e souvenir, il giro d'affari delle crociere naviga serenamente vicino ai 3 milioni e mezzo di euro. Il 76,5 per cento nelle 2-3 ore di permanenza in città, ha comprato qualcosa da mangiare, il 43,3 per cento poi ha portato in cabina anche un ricordo della città, il 37,1 per cento ha acquistato un capo d'abbigliamento, il 36 per cento ha fatto un regalo mentre una buona percentuale - il 18,4 per cento - ha fatto un salto in gioielleria, dettaglio che conferma l'alto livello del turismo da crociera. Nonostante tutto, il 45 per cento si è lamentato per i prezzi, giudicati troppo alti.
I LUOGHI È interessante anche capire quali sono i luoghi più apprezzati e visitati dai vacanzieri. Quasi tutti (il 78,1 per cento) hanno girato a piedi per il centro storico, una altissima percentuale (64,4 per cento) è riuscita anche ad andare in un centro commerciale. La metà (50,5 per cento) è stata in un negozio, il 35,4 per cento ha fatto la fila in un museo o ha visitato un monumento, un incoraggiante 31,5 per cento è stato in spiaggia, cioè al Poetto.
LE INFORMAZIONI Gli info poit e l'assistenza hanno ricevuto un voto positivo dal 62,5 per cento dei turisti, anche se l'appunto più frequente, in questo campo, riguarda le lingue, eterno tallone d'Achille per l'accoglienza cagliaritana: il 17,8 per cento non è soddisfatto delle lingue parlate dai ragazzi dei punti d'informazione e vorrebbe che il ventaglio linguistico venisse ampliato. Un neo che insieme agli orari di apertura dei negozi è uno dei punti deboli.
Il sindaco Emilio Floris, su questo, è quasi rassegnato: «Purtoppo abbiamo invitato più volte i commercianti ad aprire negli orari in cui i croceristi arrivano in città. Per il 2010 è previsto un aumento del 20-25 per cento dei vacanzieri quindi spero che le attività produttive siano più sensibili verso questo argomento». Anche perché un turismo del genere significa più ricchezza per tutto il capoluogo: «Stiamo promuovendo le crociere perché portano un maggior reddito alla città, a partire dai centri d'arte fio a mercati, bar e negozi. Alcuni accorgimenti, come il blocco del traffico alla Marina, sono stati apprezzati dai croceristi ma sono un fatto positivo per il turismo cittadino in generale». Sulle lingue, Floris annuncia un cambio per il sistema di assegnazione delle licenze per i taxi: «Per il rilascio sarà obbligatoria la conoscenza delle lingue straniere. Purtroppo non si può azzerare un sistema, ma si tratta di far tesoro degli appunti mossi dagli stessi turisti». E non ci sarà tempo da perdere, se è vero che il 64,8 per cento ha dichiarato di voler tornare in città. Nel 2008 lo avrebbe fatto l'80 per cento.
MICHELE RUFFI

28/02/2010