Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un tour dei rifugi per ricordare le bombe del '43

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2010

Seconda guerra mondiale



Uno sguardo inedito su Cagliari, sulla sua storia e sui tanti cunicoli sotterranei che in tempo di guerra si trasformarono in rifugi antiaereo. Ieri, in occasione dell'anniversario di una delle incursioni aeree più efferate della seconda guerra mondiale, in tanti si sono ritrovati per percorrere il tour dei bombardamenti attraverso i monumenti storici organizzato dall'associazione “Aloe felice” e il gruppo speleo-archeologico “Cavità cagliaritane”.
STAMPACE Un percorso partito dalla cripta di Santa Restituta nel cuore di Stampace. Una grotta usata nel III secolo a.c. come cisterna per l'acqua piovana e che porta ancora i segni del tempo con i resti della colonna medioevale a cui la Santa venne incatenata e torturata. Un luogo di culto che diventò poi un amuleto di fertilità per le donne che volevano avere un figlio. Un nascondiglio perfetto per sfuggire alle potenti bombe a scheggia lanciate dagli aerei Usa su Cagliari, nonostante l'ambiente buio e costantemente umido.
MARINA Poco distante altri pezzi di storia, come la chiesa di San Michele e la grotta Marcello in piazza Yenne: uno slargo sotterraneo di circa 1.400 metri quadri, occupato dai cagliaritani assediati dagli aerei. Il tour ha fatto poi tappa alla chiesa del Santo Sepolcro che, secondo la leggenda, risalirebbe addirittura ai Templari. Il santuario, oggi prestato anche al culto ortodosso, sarebbe stato costruito su alcune zolle di terra prese dall'omonima chiesa di Gerusalemme. Un sepolcro scoperto per caso negli anni '90, dove tanti secoli fa vennero sistemati i cadaveri del vicino cimitero (prima della costruzione di quello di Bonaria) e dove i medici dell'adiacente ospedale di Sant'Antonio, quello che oggi è l'ostello della gioventù, buttavano i corpi sezionati dopo le prime e sperimentali autopsie. A costeggiare la chiesa anche un lungo cunicolo che porta a Castello e che permise gli spostamenti in tempo di guerra. Cunicolo chiuso negli anni '70, quando venne usato da una banda di ladri per svaligiare una gioielleria di via Manno.
TESTIMONI Un tuffo nel passato per chi quella storia l'ha vissuta, ma anche un mondo da scoprire per i più giovani. «Oggi sono qui perché il 28 febbraio è una data importante», ha detto Paola Mais. «Nel '43 avevo 6 anni ma ho ben presente il terrore dei bombardamenti». Ancora più cruento il ricordo di Gesuino Fois, «insieme ai miei amici giocavamo al porto quando una bomba spazzò via un altro gruppo di bimbi: oggi sui portici di via Roma si vedono ancora i solchi delle schegge». I più giovani, invece, sono riusciti «a vedere la città con occhi diversi», dice Maria Francesca Congiu, «scoprendo aneddoti e leggende». Per Ignazio Sanna, «queste iniziative andrebbero valorizzate per capire cosa hanno vissuto i nostri nonni e genitori».
ANNALISA BERNARDINI

01/03/2010