Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'arte di ammirare l'arte, con calma

Fonte: L'Unione Sarda
25 febbraio 2010

Alla Galleria comunale, come a Roma e Verona, le domeniche di flemma e sapere

Slow Museum, anche a Cagliari la cultura da assaporare

Con calma. Magari, con una tazza di the in mano. Seduti come cristiani , a rimirare una sola opera.
Parte in tutta Italia l'operazione Slow Museum, vale a dire la controffensiva alla mostra-monstre, ai grandi eventi , al consumo compulsivo e indigeribile dell'arte. Dannoso e inutile attraversare le sale a passo di carica e accalcarsi davanti a un'opera nascosta da troppi visitatori. O andare dietro, affannati, alle guide turistiche che hanno in testa un loro personale (e incomprensibile) itinerario e si soffermano su minuzie biografiche, aneddoti infantili e eventuali committenti. Per non citare i terribili audio con vocette meccaniche.
Alla Galleria Comunale di Cagliari è una tartaruga (emblema di vita lunga e velocità moderata ) a indicare coi suoi colori pop la via di un diverso modo di frequentare un museo. L'iniziativa diffusa in tutto il territorio italiano è un'idea dell'Anmli, sigla che sta per Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali. Ad essere coinvolti in contemporanea saranno il Castello del Buonconsiglio di Trento, il Museo di Castelvecchio a Verona, La Pinacoteca Provinciale di Bari, la Galleria d'Arte Moderna di Palermo, Palazzo Madama a Torino, il Castello Sforzesco di Milano, i Musei d'Arte Medioevale e Moderna di Roma. Luoghi blasonati che tentano la carta della riconversione culturale che mira a un uso diverso e più fecondo del proprio tempo. È una questione di filosofia, dice Anna Maria Montaldo, direttore della pinacoteca cagliaritana e presidente dell'Anmli.
Ovvero, occorre rinunciare all'ingordigia visiva per concentrarsi su un unico motivo di riflessione e lasciarsi assorbire dalle emozioni. L'arte non si ingoia ma si assapora, e qui parte - inevitabile - l'assonanza col fast food, altrimenti detto junk food, cibo spazzatura che riempie ma nutre male.
A inaugurare il nuovo corso sarà, domenica 28 febbraio alle ore 17, il regista Giovanni Columbu. Volutamente, gli organizzatori hanno scelto per i primi incontri (ogni ultima domenica del mese) relatori non strettamente legati alle arti visive. A marzo sarà la volta del giornalista Bachisio Bandinu ( la definizione restrittiva è sua), ad aprile quella dello scrittore e cantante lirico Gianluca Floris, a maggio ci sarà un esperto dichiarato come Giorgio Pellegrini. Non ci sarà, peccato, Alan Bennet, autore di un saporitissimo libro sul martirio dei maratoneti dell'arte, in genere ammassati sulle poche panche che le crudeli direzioni museali centellinano come fossero oro. Tanto da indurre la gente a invidiare i custodi posati beati sui loro sgabelli. La mission di Slow Museum, si legge nella presentazione, è quella di creare un movimento allargato e condiviso capace di opporsi alla superficialità indotta dalla fretta. Ad entrare, accomodarsi, disporsi all'ascolto, e magari a interloquire, saranno un massimo di 50 persone per volta . E l'atmosfera, lungi dall'essere professorale , dovrà avere i toni della conversazione . Nemica della mummificazione, la Galleria Comunale porta dentro le belle mura della palazzina neo classica che la ospita un pubblico sempre in aumento. Merito anche delle rassegne tuttora in corso: Vox Feminae, le Colazioni a Km. 0 (cappuccini e caffè, marmellate e torte fatte in casa) e L'Alfabeto dell'arte, una serie di incontri imperniati sulle firme sarde della Collezione. I visi sono sempre diversi, commentano i responsabili. Vediamo famiglie intere (i bambini si divertono con i laboratori ) e gruppetti di appassionati che aspettano i nostri appuntamenti.
ALESSANDRA MENESINI

25/02/2010