Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Se il parcheggio diventa un business

Fonte: L'Unione Sarda
24 febbraio 2010

La mappa delle aree di sosta dove non si può parcheggiare senza un'offerta: a chiedere l'obolo cagliaritani e senegalesi

In città 120 abusivi: nel mirino stadio, mercato e ospedali

Il comandante del corpo di polizia municipale Mario Delogu: «Facciamo prevenzione nei giorni in cui i numeri del personale a disposizione ce lo consentono».
Innanzitutto i numeri: 30 in piazza De Gasperi, tra i 40 e i 50 attorno al mercato di San Benedetto, almeno 20 in via San Giorgio, ai piedi dell'ospedale Civile, 10 sotto gli alberi di viale Regina Margherita e almeno 20 nello spiazzo del Brotzu. Fuori concorso, i quattro-cinque che picchettano a domeniche alterne lo stadio Sant'Elia. Le statistiche non possono essere precise al decimale, visto che nessuno timbra il cartellino prima di prendere servizio, ma la galassia dei parcheggiatori abusivi conta in città un numero che parte da 120 e può arrivare nei periodi caldi, cioè quello della Fiera campionaria e dei concerti estivi, anche a 150 persone. Cifre che ovviamente variano di giorno in giorno e hanno un picco durante il fine settimana, come specifica Mario Delogu, comandante del Corpo di polizia municipale, che aggiunge stupito: «Nonostante questi numeri, non abbiamo mai ricevuto una denuncia o una segnalazione».
LA MAPPA Dividendo la città in zone, bisogna dividere anche le nazionalità dei parcheggiatori. Lo stadio e la Fiera, specialmente durante il periodo delle esposizioni, sono territorio di un gruppo di cagliaritani. Per la partita domenicale, se si vuole lasciare l'auto nell'area “Cuore”, o nel parcheggio sul retro della Fiera campionaria, costeggiato dall'Asse mediano, due euro possono non bastare. Qui l'offerta diventa spesso un più persuasivo «contributo per la sicurezza dell'autovettura». I vigili urbani, spiega Delogu, controllano quando possono. «Facciamo prevenzione nei giorni in cui i numeri del personale a disposizione ce lo consentono». Quindi non sempre, vista la carenza cronica - ormai incancrenita - di agenti. Negli altri quartieri invece la sosta è un affare dei senegalesi, che segnalano i parcheggi liberi per proporre fazzoletti, calze e deodoranti per l'auto. O, in alternativa, per chiedere l'obolo che anche in questo caso deve essere di un paio d'euro. A volte col sorriso, altre a muso duro se è vero quel che è scritto sul comunicato del Centro commerciale naturale di San Benedetto: il “servizio” imposto dagli extracomunitari spesso «sfocia in sopraffazione verbale e anche fisica». Lo stesso succede in piazza De Gasperi, di fronte agli uffici comunali. Poi all'ospedale Civile, specialmente nelle ore in cui i pazienti ricoverati possono ricevere visite, idem all'Oncologico e al Brotzu. Il prefetto Giovanni Balsamo, sull'argomento, ha convocato anche forze dell'ordine e commissario straordinario dell'azienda ospedaliera. E ha chiesto più controlli sia nel piazzale interno della struttura, sia in quello esterno che si affaccia su via Peretti. Oltre a un giro di vite sui parcheggiatori di tutta la città. Da quel giorno carabinieri e polizia controllano quando possono, mentre il direttore generale Antonio Garau ha annunciato un cambio fondamentale: i parcheggi verranno gestiti da una società privata, che ovviamente trasformerà gli stalli che circondano il Brotzu in parcheggi a pagamento.
PRESSIONE PSICOLOGICA Ma escluse le richieste insistenti da parte di pochi («specialmente le nuove generazioni di senegalesi, più aggressive dei primi immigrati»), nella maggior parte dei casi il sistema è tollerato dagli stessi automobilisti. «È un fenomeno difficile da sconfiggere perché c'è una sorta di accettazione da parte dei cittadini», racconta Delogu. «Il parcheggiatore abusivo è percepito come un fastidio, non come un'attività illegale. Tutti vorrebbero che non ci fossero, ma molti scelgono di pagare per stare tranquilli, anche se non si sono mai verificati danneggiamenti alle auto».
LE MULTE Non serve neanche la minaccia di una sanzione amministrativa: è prevista una multa di 714 euro («ne facciamo qualcuna, specialmente nel periodo della Fiera») e il sequestro delle «somme percepite». Ma sorprenderli non è facile: «Dobbiamo ricorrere agli agenti in borghese, come avviene per i controlli dell'igiene del suolo. Altrimenti, appena ci vedono arrivare scappano. È un servizio difficile e purtroppo non sempre abbiamo agenti a sufficienza, dunque non possiamo garantirlo tutti i giorni».
MICHELE RUFFI

24/02/2010