Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La nuova vita dei beni della mafia

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2010

L'elenco. Ecco la mappa degli immobili confiscati nell'Isola alle organizzazioni criminali di trafficanti e sfruttatori

Gestito dal demanio un appartamento a Is Mirrionis

In Sardegna, ma il discorso è identico in tutte le regioni d'Italia, a fare la parte del leone negli investimenti dei criminali è il mattone. Ecco la mappa delle assegnazioni effettuate dalla prefettura.
Appartamenti, ville, garage, cantine, terreni, società, ristoranti, concessionarie d'auto. Tutti beni immobili, o mobili registrati, appartenuti a organizzazioni criminali legate al traffico di sostanze stupefacenti, alla prostituzione e all'immigrazione clandestina, e ora, attraverso il procedimento di confisca, passati nelle mani dello Stato che può decidere di impiegarli per motivi di ordine pubblico, giustizia e protezione civile e anche per altri usi governativi o pubblici legati allo svolgimento delle attività istituzionali di amministrazioni statali, agenzie fiscali, università, enti pubblici e istituzioni culturali di rilevante interesse, o trasferiti per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria, al patrimonio del Comune dove sorge l'immobile, alla Provincia o alla Regione. In Sardegna, ma il discorso è identico in tutte le regioni d'Italia, a fare la parte del leone è il mattone. C'è un dettaglio, la nostra Isola, secondo l'Agenzia del Demanio, è il fanalino di coda. E le materie prime, malviventi e relative proprietà, non mancano.
LA CONFISCA Un periodo più o meno lungo in carcere non turba più di tanto le notti dei criminali. Anche dietro le sbarre, quando si continua ad avere una certa disponibilità economica, è possibile gestire traffici illeciti, pagare avvocati, garantire un alto tenore di vita a parenti o amici. Per questo la cosa che trafficanti e malviventi di grosso calibro temono come la peste è la perdita definitiva dei beni accumulati con le attività illegali. E la confisca e la vendita di questi beni è ciò che colpisce al cuore il sistema delle associazioni criminali. Ma come funziona e quando viene richiesta la confisca? Il procedimento era legato alla materia antimafia e successivamente è stato allargato a reati più comuni. In sostanza il pubblico ministero, o la polizia giudiziaria attraverso quest'ultimo, in caso di reati legati alla ricettazione, al riciclaggio, all'associazione a delinquere, allo spaccio e traffico di droga, può richiedere al giudice per le indagini preliminari la confisca dell'immobile. Il provvedimento, che può essere sottoposto a riesame, diventa definitivo solo dopo che l'imputato è stato condannato o ha ottenuto il patteggiamento della pena dal giudice monocratico, dal tribunale collegiale o dalla Corte d'assise. «La confisca su determinati beni immobili riconducibili a un indagato o ai suoi amici o familiari più stretti (i prestanome) è legata al valore del bene», spiega Mauro Grandesso, presidente di Sezione al tribunale di Cagliari. «Se l'indagine patrimoniale ha accertato che il valore dell'immobile è sproporzionato rispetto alle disponibilità dell'imputato, o al suo reddito, può partire il procedimento di confisca». Tradotto, è l'indagato, o l'imputato, che deve dimostrare come e con quali proventi ha acquistato l'immobile.
L'ASSEGNAZIONE Una volta che la confisca è definitiva entra in gioco la prefettura per l'assegnazione dell'immobile. Anche se non è così semplice. Ci possono essere, ad esempio, ipoteche e pignoramenti, beni occupati anche dagli stessi malviventi e familiari, beni confiscati in quote indivise, contenziosi causati dalle impugnazioni delle ordinanze di sgombero. Una volta superati questi intoppi, i beni immobili possono essere diventare patrimonio indisponibile dello Stato per finalità di ordine pubblico, giustizia e protezione civile, come caserme, commissariati, alloggi per collaboratori di giustizia. Possono essere anche destinati alle attività istituzionali di amministrazioni statali, agenzie fiscali, università statali, enti pubblici e istituzioni culturali. In terza battuta possono essere assegnati al Comune dove sorge l'immobile, alla Provincia o alla Regione.
IN SARDEGNA Nella nostra Isola i beni confiscati sono 86, ben poca cosa rispetto ai 4200 della Sicilia, ai 1348 della Campania, a i 665 della Lombardia. Scavando tra i numeri si scopre che nel capoluogo l'unico immobile sequestrato, ma in gestione perché occupato, è in via Monte Acuto, 1 (appartamento, cantina e box auto). Discorso diverso a Villasimius, dove i 19 beni confiscati sono stati tutti assegnati al Comune (alloggi per indigenti, sedi di associazioni, centri per attività sociali). Nel Nord il record spetta a Loiri Porto San Paolo con 15 appartamenti con garage nel villaggio I Fari che sono stati mantenuti dallo Stato e destinati alla Polizia per motivi di ordine pubblico.
ANDREA ARTIZZU

20/02/2010