Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«No a una moschea coi soldi pubblici»

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2010

Il sindaco interviene sul progetto dell'imam Kibria che verrà finanziato dal Comune 

Floris: favorevole a un centro studi, non sia luogo di culto

Il centro studi dovrebbe aprire i battenti alla Marina e di fatto potrebbe diventare la seconda moschea del quartiere.
Se nascerà, il Centro studi per le religioni del mondo - che dovrebbe essere inaugurato alla Marina -, sarà certamente sotto controllo: «Un luogo dove si possono approfondire gli aspetti culturali mi sta bene, è giusto che gli immigrati o magari i loro figli, nati e cresciuti in città, abbiano la possibilità di studiare le proprie radici. Ma se tutto questo dovesse trasformarsi in una nuova moschea, i finanziamenti comunali verrebbero revocati». Emilio Floris dice «sì» a un centro studi, e «no» a un luogo di culto realizzato coi soldi pubblici. Il sindaco parla del progetto portato avanti dall'imam bengalese Golam Kibria, che ha già ricevuto la promessa («non ne ero al corrente», precisa il primo cittadino) di un contributo economico da parte dell'assessorato alle Politiche sociali.
IL PERICOLO «L'importante è che non diventi un centro di contatto per organizzazioni islamiche pericolose, come è successo a Milano». La parola d'ordine però è «tolleranza», che deve essere «pari a quella che esplicano queste persone nei loro paesi. Mi piacerebbe ci fosse più reciprocità. Io ho sempre favorito l'insediamento di culture diverse, anche il vescovo mi pare abbia mostrato un'apertura su questi temi nell'ultimo Sinodo. Ma vorrei che chi abita a Cagliari, e apprezza il nostro modo di accogliere gli immigrati, esportasse nel proprio paese questa cultura». Sulla possibilità di costruire sul territorio comunale una moschea vera e propria, con tanto di minareto, il sindaco chiude il discorso con un «no comment», ma precisa di non aver mai ricevuto una richiesta di questo tipo.
«PREGARE È UN DIRITTO»
Il consigliere comunale Alessandro Serra (An), da un lato è favorevole al progetto dell'imam Kibria, anche se questo si dovesse trasformare in una seconda moschea del quartiere Marina («Rientra nei diritti di ciascun cittadino poter pregare»), dall'altro è perplesso sul destino del rione: «Gli indirizzi del piano del centro storico dicono che Marina è un quartiere di cui i cagliaritani, magari giovani coppie e studenti, si devono riappropriare. Tutto questo potrebbe tradursi in una mancanza di chance per i ragazzi di poter vivere nel centro. Mi preoccupa di più il fatto che nel rione non ci sia più il liceo artistico». Anche il consigliere circoscrizionale Marco Verza (An) è d'accordo con un nuovo centro di culto: «Non si può negare agli immigrati il diritto di pregare». Sul sito internet Unionesarda.it , il sondaggio tra i lettori evidenzia una spaccatura: il 50 per cento è contrario, il 47 è d'accordo, il 3 è indeciso.
MICHELE RUFFI

21/02/2010