Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una scia di sangue dietro i raid americani

Fonte: L'Unione Sarda
18 febbraio 2010

La storia. Il primo raid a Elmas, poi per cinque volte fu colpito il capoluogo


Per tre anni vissero la guerra come un qualcosa di lontano. Fu nel 1943 che i sardi vissero direttamente l'orrore del conflitto. A gennaio, il primo bombardamento, su Elmas, che provocò sei morti. Il 7 febbraio, gli aerei statunitensi sottoposero a spezzonamento alcuni quartieri periferici ed Elmas. Il primo grande bombardamento su Cagliari dieci giorni più tardi: alle 14, 105 aerei sganciarono sulla città bombe di medio calibro e spezzoni incendiari; 96 i morti in città a cui se aggiunsero 8 a Quartu e 83 a Gonnosfanadiga.
Un nuovo bombardamento il 26 febbraio alle 15,30: i morti furono 73 e vennero distrutti il Teatro civico, il palazzo Villamarina e la chiesa di San Giuseppe. Del Municipio e della chiesa del Carmine rimasero in piedi soltanto le facciate. Nuova incursione il 28 febbraio alle 12,55: morirono circa 200 persone e vennero distrutti il porto, il palazzo della dogana e la stazione ferroviaria. Cagliari venne prese di mira anche il 31 marzo (60 morti), venne risparmiata ad aprile (bombe su Carloforte, Alghero, Arbatax, Decimo, Sant'Antioco e Villacidro, La Maddalena e Palau) e finì nel mirino il 13 maggio: tra le 13,38 e le 14,30, 197 bombardieri e 186 caccia sganciarono 893 bombe; il bilancio parla di 10 morti solo perché, nel frattempo, la città si era svuotata. ( mar.co. )

18/02/2010