GIOVEDÌ, 18 FEBBRAIO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Sette parlamentari chiedono chiarimenti a Bondi
Il ritorno alla vecchia legge del Codice Urbani restituirebbe la competenza a Regioni e comuni
CAGLIARI. Otto parlamentari sardi del centrosinistra capeggiati da Guido Melis (Pd) chiedono al ministro dei beni culturali Sandro Bondi se è vero o no che sia in vista un provvedimento del governo destinato a togliere la competenza sui nullaosta paesaggistici alle sovrintendenze per restituirla alle regioni e ai comuni.
Un provvedimento - ipotizzano i deputati - costruito ad hoc per rimettere in pista il progetto del gruppo Cualbu su Tuvixeddu, bloccato dal Consiglio di Stato che ha dato ragione all’ex responsabile dell’ufficio sardo Fausto Martino sulla nullità delle autorizzazioni concesse dal comune di Cagliari nell’agosto 2008.
L’interpellanza - firmata anche dai parlamentari Schirru, Soro, Pes, Calvisi, Fadda, Marrocu e Parisi, tutti del Pd - fa riferimento alle «voci insistenti provenienti da ambienti ministeriali per le quali sarebbe allo studio un’ulteriore proroga del regime transitorio definito dal citato articolo 159 del Codice Urbani sebbene la scadenza del 31 dicembre 2009 sia superata da tempo proprio con lo scopo di restituire al comune di Cagliari il potere di rilasciare autorizzazioni paesaggistiche e, con esso, la possibilità di reiterare le autorizzazioni annullate dal Soprintendente della Sardegna».
I parlamentari chiedono di conoscere «quali azioni intenda porre in essere il ministro per i beni e le attività culturali per smentire immediatamente tali voci incontrollate, che gettano discredito sull’istituzione rappresentata e alimentano sospetti in ordine ad un provvedimento di portata nazionale che sarebbe emesso per favorire l’edificazione dell’area di Tuvixeddu, iniziativa giudicata devastante dall’intero mondo della cultura».
La norma salva-Cualbu doveva far parte del decreto ‘Milleproroghe’ approvato la scorsa settimana dalla Camera e destinato ora all’esame del Senato, la cui approvazione è scontata. Contenuta in due emendamenti, la disposizione è stata cassata in commissione per ragioni imprecisate. Comunque è scomparsa dal testo finale, quello andato al voto. Ora si parla di un ritorno all’idea della proroga in un’altra forma e l’iniziativa dei parlamentari è tesa proprio a sollecitare un chiarimento da parte del ministro. Anche perchè dal primo gennaio ad oggi le sovrintendenze hanno ricevuto numerose richieste di nullaosta paesaggistico e si sono organizzate per farvi fronte. Un ritorno della competenza alle regioni provocherebbe una situazione di caos negli uffici.
Il comune di Cagliari, su delega della Regione - è scritto nell’interpellanza - aveva concesso alla Nuova Iniziative Coimpresa di realizzare sulla collina punica 28 unità immobiliari per un volume di 14.630 metri cubi, autorizzazione successivamente annullata dall’allora soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici della Sardegna, ma poi ritenuta legittima nella sentenza, pronunciata su ricorso della Nuova Iniziative Coimpresa, del Tar di Cagliari in data 8 febbraio 2008, sentenza nella quale si bocciavano i provvedimenti sospensivi dei lavori emanati dalla Regione sarda. Regione sarda - va avanti il documento - che interveniva ancora, con un analogo provvedimento del 4 settembre 2008, per scongiurare il pericolo del venir meno dei connotati primari e qualificanti il patrimonio storico e archeologico di Tuvixeddu e con proprio provvedimento d’urgenza imponeva il blocco dei lavori. Da qui il contenzioso giudiziario, che appare ancora lontano dal capolinea. (m.l)