Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I Shardana, successi e dimenticanze

Fonte: L'Unione Sarda
17 febbraio 2010

In vista della prima di venerdì sera al Lirico di Cagliari, ecco uno stralcio della prefazione del libro curato da Giovanni Masala



Sono venuto a conoscenza della rappresentazione al Teatro San Carlo di Napoli di un'opera lirica intitolata I Shardana soltanto durante il lavoro di raccolta degli scritti di Felix Karlinger sulla Sardegna (...). E, in effetti, una lettura approfondita degli articoli dell'etnomusicologo tedesco ha contribuito enormemente alla conoscenza, non solo di quest'opera lirica ma anche di episodi importanti della vita nonché dell'infinita messe musicale di Ennio Porrino, il cui nome è indissolubilmente legato alla Sardegna. Nato a Cagliari nel 1910 e morto improvvisamente a Roma nel 1959, Porrino rappresenta indubbiamente una figura di primissimo piano nel mondo componistico del nostro paese e sicuramente la più grande della Sardegna. Ancora ventenne si afferma con la lirica Traccas nel concorso La Bella Canzone Italiana. Segue una strepitosa carriera il cui apice è costituito dalla prima rappresentazione assoluta de I Shardana al San Carlo di Napoli; la sua morte improvvisa è di circa sette mesi più tardi. È sintomatico constatare come il legame con la Sardegna apra e chiuda quindi la sua vita, terrena e musicale.
L'autorevole enciclopedia musicale tedesca Die Musik in Geschichte und Gegenwart riporta che nel 1962 I Shardana fu accolta dalla critica come «la più importante opera lirica composta in Italia in questo dopoguerra». Ed effettivamente, all'indomani della rappresentazione sancarliana del 21 marzo 1959 le critiche sono eccezionalmente positive. Sia riviste specializzate che quotidiani attribuiscono a I Shardana tanti meriti e uno soprattutto, unanime: la capacità dell'artista di coniugare magistralmente l'antica e gloriosa storia sarda con la musica classica moderna, attingendo nel contempo alla musica tradizionale dell'isola mediterranea.
Porrino era perfettamente consapevole che il vero patrimonio culturale dell'Italia fosse da ricercare non nell'uniformità di un'arte banalmente italiana bensì nelle diversità delle culture locali. Egli crea arte "glocale" ben prima che questo termine entrasse a far parte dei nostri dizionari. Il 18 marzo del 1960 I Shardana verrà rappresentata, in occasione della commemorazione del compositore, al Teatro Massimo di Cagliari, e riscuoterà anche nella capitale sarda un grandissimo successo. Dopo, il silenzio…Già prima della rappresentazione i numerosi articoli dei maggiori quotidiani nazionali facevano presagire un'opera fuori dal comune. Nel foyer del teatro napoletano venne addirittura allestita una mostra di bronzetti sardi, e in questo modo si diede al pubblico la possibilità di ammirare un'arte sconosciuta ai più (...).
Che l'Italia musicale intera fosse in fibrillazione per l'imminente prima rappresentazione assoluta de I Shardana bastano i leggere la rassegna stampa dell'epoca, che testimonia con innegabile evidenza la notorietà, il prestigio e la stima di cui Porrino godeva allora nel nostro paese, e non solo come compositore ma anche come direttore d'orchestra e critico musicale. Non va dimenticato inoltre, che all'epoca della rappresentazione de I Shardana Porrino ricopriva ormai dal 1936 l'incarico di docente di armonia principale e contrappunto nel Conservatorio di Santa Cecilia e dal 1951 quello di professore ordinario di composizione nella stessa istituzione romana a cui si aggiunse, dal 1956, quello di Direttore del Conservatorio di Cagliari e di Direttore Artistico dell'Ente Lirico e dell'Istituzione dei Concerti.
All'estero il compositore sardo era già noto da tempo, in modo particolare grazie alle sue opere sinfoniche Sardegna e Nuraghi , eseguite più volte sia in Europa che negli Stati Uniti, e in numerose occasioni dirette da Leopold Stokowski, che in una lettera (...) così si esprime poche settimane dopo l'esecuzione di Sardegna del novembre 1949 alla Carnegie Hall con la New York Philarmonic: «Caro Signor Porrino, da quando diressi la Vostra Sardegna sono stato terribilmente occupato... Ho sempre desiderato scrivervi, ma non volevo scrivervi di premura con molte altre cose in mente... Secondo la mia opinione la vostra Sardegna è una grande musica e nello stesso tempo un'intensa espressione del sentimento della vera vita di Sardegna. (...). Il vostro “poema sinfonico” esprime molto eloquentemente il sentimento e la vita, talvolta violentemente agitata. Altre volte la gaiezza di una festa o la danza all'aperto. (...) L'insieme è eseguito con poesia e l'atmosfera romantica di un'isola antica. L'orchestra, il pubblico ed io eravamo tutti commossi profondamente per la forza emotiva del pezzo (…)».
I SHARDANA L'opera lirica ebbe un lunghissimo periodo di gestazione: inizialmente nata come racconto nel 1939, il cui titolo originario era Bèrbera Jonia , divenne in seguito dramma musicale in tre atti e andò in onda come adattamento radiofonico alla RAI di Roma soltanto il 4 aprile 1956, con il titolo Hutalabì . Le varie fasi, anche se in modo sommario, della genesi de I Shardana , le ritroviamo nelle lettere (purtroppo ancora inedite) indirizzate agli amici e in alcune sue interviste.
Ma intanto arriva il giorno della prima e a Porrino viene affidata anche la direzione d'orchestra per un'improvvisa indisposizione del Maestro Gabriele Santini. Alcuni tra i maggiori cantanti lirici dell'epoca (...) interpretano magistralmente i personaggi del dramma musicale porriniano. L'opera viene accolta dal pubblico in modo trionfale, il giudizio della critica è estremamente positivo, Ennio Porrino è il “musicista dell'anno” (Mondo Lirico). I Shardana è “l'opera dell'anno” (Mondo Lirico).
Dopo l'improvvisa morte del compositore (Roma, 25 settembre 1959) l'opera venne rappresentata il 18 marzo del 1960 nel Teatro Massimo di Cagliari, e replicata con vivissimo successo di pubblico e di critica. Anche in quest'occasione una “vittoria” tale da prevedere un futuro certo. (...).
Ma non fu così. I Shardana , non solo capolavoro musicale ma opera con chiare connessioni identitarie fu occultata e considerata politicamente non opportuna, quindi “pericolosa” alla pari della lingua, della letteratura e della musica sarda verrà “dimenticata” o meglio “fatta dimenticare” e verrà, volontariamente o no (con la solita scusa che Porrino era stato “fascista”) bandita dai teatri sardi, da tirare fuori dopo cinquant'anni.
GIOVANNI MASALA

17/02/2010