Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

C’è un Accordo di programma tra il Comune e «I Fenicotteri»

Fonte: La Nuova Sardegna
17 febbraio 2010

MERCOLEDÌ, 17 FEBBRAIO 2010

Pagina 7 - Sardegna

LA CRONISTORIA 





Progetti variati in corso d’opera con l’aumento degli indici di fabbricabilità

CAGLIARI. Il 5 giungo del 2000 il consiglio comunale disse «sì» al progetto presentato dalla società «I Fenicotteri», che fa capo a Segio Zuncheddu, editore dell’Unione Sarda e di Videolina. In contemporanea venne approvata anche la proposta avanzata dalla «Tepor». Entrambe interessate, direttamente o indirettamente (la prima tramite «Ienove»), alla razionalizzazione degli uffici regionali secondo la delibera del giugno 2004 dell’allora Giunta regionale di Italo Masala, ripresa dalla recente (del dicembre scorso) dell’esecutivo di Ugo Cappellacci.
Nel 2000 il «sì» dell’assemblea municipale (29 a favore e 7 no: Ds, Rifondazione e Verdi) venne motivato dalla Giunta col fatto che si trattava di aree abbandonate e che gli interventi «permetteranno di dotare la zona di servizi». Da rilevare che a «I Fenicotteri» venne concessa una volumentria di 4,6 metri cubi per metro quadro, alla «Tepor» solo di 3. Disparità giustificata col fatto che la prima società avrebbe avuto maggiori spese la demolizione dell’ex cementeria (di proprietà di Zuncheddu) dove sarebbe dovuto sorgere l’insediamento, a Cagliari tra via Santa Gilla e la rete ferroviaria.
Il progetto de «I Fenicotteri» prevedeva una volumetria complessiva di 167.374 metri cubi, inzialmente tutti di servizi. In particolare: 31.215 metri cubi per una multisala, 8.029 per un’area commerciale, 112.312 per un centro direzionale, 6.556 per strutture direzionali in cessione al Comune e 9.262 per edifici ricettivi.
Il «sì» del consiglio comunale permise al sindaco di allora, Mariano Delogu, di firmare l’accordo di programma tra il Comune e «I Fenicotteri». L’operazione comportò la modifica dell’indice di edificabilità della zona, in precedenza di 1,5 metri cubi per metro quadro. Dall’intesa l’amministrazione municipale guadagnò, oltre agli oltre seimila metri quadrati per uffici (dove è stato di recente istituito un asilo), anche le opere di urbanizzazione. Il progetto della Tepor prevedeva circa 32mila metri cubi, di cui 1.500 da cedere al Municipio.
La società «I Fenicotteri» tentava da alcuni anni di farsi approvare il progetto dal Comune. Ma nel settembre del 1999 la proposta venne respinta. Allora il piano prevedeva la trasformazione della struttura in una serie di servizi direzionali e abitazioni. Ma il sindaco Delogu lo bocciò in quanto, disse, si trattava di un intervento di ricostruzione che voleva utilizzare normative valide solo per la ristrutturazione. Poi si arrivò alla seconda proposta, con una volumetria più contenuta, da realizzarsi tramite un accordo di programma. Da notare che nel settembre del 1999 l’imprenditore Zuncheddù acquistò L’Unione Sarda e Videolina. Mentre l’approvazione della sua lottizzazione, certamente diversa dall’ipotesi precedente, fu siglata l’anno successivo.
Nel giugno del 2005, la società «I Fenicotteri» presentò la richiesta per alcune modifiche al progetto per «impraticabilità sostanziale», come affermò l’assessore comunale all’Urbanistica Gianni Campus. Nel piano iniziale era infatti prevista anche una multisala. Poi in città e nell’hinterland vennero realizzate due strutture multiple per il cinema. Da qui la richiesta di modifica con l’eliminazione di questo tipo di intervento, sostituito da residenze. L’ipotesi di variante parlava di 34.992 metri cubi per abitazioni, 9.983 per servizi connessi e 4.992 per servizi pubblici. La richiesta venne accetta a maggioranza del consiglio comunale.
Sin dai primi anni del 2000 si iniziò a parlare del trasferimento della sede de L’Unione Sarda e di Videolina nei nuovi edifici dell’ex cementeria. Poi vi sono stati dei problemi con l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, per presunte interferenze coi voli dell’aeroporto. Successivamente superati.
Nel giugno del 2004 arrivò la delibera della Giunta Masala per gli uffici regionali. Ma pochi mesi dopo, col governatore Renato Soru, quell’atto viene cassato in quanto giudicato eccessivo: prevedeva spazi per i dipendenti regionali di circa 32 metri quadri per impiegato.