Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lotto e Totocalcio, dipendenza mortale

Fonte: L'Unione Sarda
16 febbraio 2010

Problematiche e numeri in un convegno organizzato dal SerD nella Circoscrizione 3

Se giochi e scommesse provocano patologie e istinti suicidi

Un pensionato racconta di come è facile finire nel baratro. La famiglia che si sgretola, le finanziarie e l'incubo degli usurai.
Nanni Cerina aveva perso una marea di soldi e gli affetti della famiglia. Tutto per colpa della dipendenza dal gioco d'azzardo. Ieri, durante un incontro che si è svolto nella sala stracolma della Circoscrizione Area 3, in via Carpaccio, ha spiegato come lasciarsi alle spalle un'esperienza terrificante è possibile. Il dibattito, organizzato dal Servizio dipendenze della Asl, è stato impreziosito dagli interventi di Anna Loi, direttore del SerD, Giampaolo Carcangiu, medico della stessa struttura, e da Paolo De Angelis, magistrato della Direzione distrettuale antimafia.
IL RACCONTO Cerina, di Carbonia, ha 68 anni, pensionato, sposato e con un figlio, racconta la sua dipendenza e di come è facile finire nel baratro. «Ero il presidente di una società di basket. Per quella squadra ho fatto spese folli, senza mai dire niente alla mia famiglia. Per cercare di rientrare non ho trovato di meglio che giocare: al Lotto, al Superenalotto, al Totip, al Totocalcio. Più giocavo, più perdevo. Sono arrivato ad avere debiti per diverse centinaia di migliaia di euro. Ero diventato schiavo delle finanziarie. Per non parlare dei rapporti in famiglia: zero. Sino a quando questa mia dipendenza non è saltata fuori. Mi sono rivolto a psichiatri, ma niente. A Iglesias ho incontrato Giampaolo Carcangiu, del SerD. E da un anno e mezzo non gioco più. E ho anche smesso di bere».
IL SERD Anna Loi dirige il Servizio dipendenze della Asl. «Trattiamo tutte le dipendenze: alcol, droga e tabacco. E abbiamo un servizio riservato al gioco d'azzardo». Un fenomeno in crescita? «Pericolosamente. Giocare d'azzardo sta diventando sempre più disponibile grazie a internet e ai giochi elettronici. Le estrazioni continuative, molto frequenti, fanno nascere la dipendenza. Vincere o perdere, poi, non fa quasi differenza. E tra le vittime dei giochi on line ci sono soprattutto donne». Per quale motivo? «Giocano a casa, in solitudine e senza controllo sociale». Ma qual è l'identikit del giocatore tipo? «Teniamo sotto controllo 80 pazienti», spiega Giampaolo Carcangiu, medico del SerD. «Il 72 per cento sono uomini, il restante donne. I primi sono generalmente occupati, coniugati, con il diploma di scuola media inferiore, hanno un'età che oscilla tra i 39 e i 49 anni e giocano soprattutto ai videopoker. Le donne - continua Carcangiu - sono più giovani: l'età varia tra i 29 e i 39 anni, sono casalinghe e la loro malattia si chiama Gratta e vinci». Che risultati avete ottenuto? «Per l'86 per cento un anno di assoluta astensione dal gioco, per il 10 una notevole riduzione, per il 4 per cento l'abbandono del trattamento. La disperazione può portare anche al suicidio». Chi fosse interessato può contattare gli specialisti del Serd in via Peretti 2/B, a Selargius, dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13, telefonare allo 070/6096834 o inviare una email ad alcologia@asl8cagliari.it .
LA RETE DEGLI USURAI Paolo De Angelis ha spiegato come il gioco d'azzardo sia legato a usura e illegalità. Il magistrato ha esposto il caso giudiziario, ormai passato in giudicato, del clan camorristico guidato da Gennaro Infante. Un clan che aveva importato abitudini campane in città. Nelle sue grinfie era finito un giocatore cagliaritano che scommetteva cifre folli ottenute in prestito. E che non è più riuscito a restituire.
ANDREA ARTIZZU

16/02/2010